L'inizio è spettacolare. Quando Starkiller si lancia dalla finestra e cade per i cieli tempestosi di Kamino si ha la sensazione di maneggiare un film più che un videogioco. Star Wars: Il potere della forza II mostra subito le qualità tecniche che porta in dote. Il personaggio principale, che ha le fattezze dell'attore Sam Witwer, possiede grazie al motion capture la naturalezza di un essere umano, mentre il motore grafico, attraverso l'efficace regia virtuale, nasconde abilmente il passaggio dalle sequenze precalcolate all'azione vera e propria, sempre carica di effetti speciali. Se non fosse per i filmati in CG, ai quali viene delegata una porzione del racconto, non esisterebbero stacchi evidenti nello svolgersi dell'avventura, che sfrutta ogni diavoleria tecnologica per tradurre a misura di pad i momenti più roboanti di un fumetto di Guerre stellari con la verve di una pellicola di Star Wars. Tramite modelli fisici avanzatissimi, l'interattività è elevata al massimo, permettendo di dare libero sfogo al potere della forza del titolo, con cui si scaraventano oggetti, si proiettano onde d'urto che frantumano i vetri e piegano il metallo, si fulminano i nemici fino a disintegrarli. Anche i temuti Tie Fighter di una volta possono essere accartocciati in quattro e quattr'otto col pensiero e scagliati addosso a inermi stormtrooper.
In effetti, per chi è rimasto a Luke Skywalker e compagnia, il protagonista del Potere della forza II più che i caratteri di un jedi vanta quelli del supereroe. Lucasarts ha calcato ulteriormente la mano rispetto ai già incredibili eventi del primo capitolo e le imprese di Starkiller raggiungono ora anche le proporzioni gargantuesche di un gorog, per spingersi poco dopo all'abbattimento di uno Star Destroyer in prima persona. Qua e là un po' Superman, un po' Mortal Kombat, è come se l'universo di Guerre stellari si riflettesse nelle magie di Dragon Ball, con tanto di aura da accumulare che scatena sulle truppe imperiali l'energia inarrestabile di un super saiyan, tra spade fluttuanti e raggi inceneritori. Seguendo alla lettera la prima legge dell'intrattenimento, quella secondo cui più grande è meglio è, tutto è accresciuto oltre ogni limite. Al punto che guardare Starkiller roteare in aria un caccia come fosse un martello olimpico fa venire in mente Hulk più che l'apprendista segreto di un oscuro signore dei sith. Alla passione per gli eccessi stilistici si contrappone l'estrema semplificazione dei livelli che, sparita qualsiasi mappa, si risolvono, tranne che in un paio di occasioni più fantasiose, in un susseguirsi lineare di piattaforme, stanze e corridoi, così come i quick time event - gli ormai immancabili filmati interattivi - perdono l'elemento analogico - sperimentato nell'episodio precedente - in favore dei più comuni pulsantoni.
La storia prende avvio su Kamino, dove Darth Vader sta cercando di clonare l'eroe del primo videogame. La domanda se il protagonista del gioco sia effettivamente una copia dell'originale o no serve da sfondo alla vicenda, accoglie alcuni indizi senza concedere però una risposta definitiva, rimandando l'eventuale rivelazione al terzo capitolo della saga. D'altronde, l'impostazione si ricollega al tema di fondo del Potere della forza, ossia come siano non il passato ma le nostre azioni, le scelte operate nei momenti difficili, a definire chi siamo. Purtroppo il racconto, colorato ispirandosi ai toni cupi dell'Impero colpisce ancora e posizionato un anno prima di Una nuova speranza, dura un lampo, dando l'impressione di finire anzitempo (in vista di futuri download?) e non svilupparsi in toto, con poche ambientazioni e personaggi, da Yoda a Boba Fett, agli stessi protagonista del videogame, non valorizzati dalla narrazione come invece era lecito aspettarsi dopo gli appassionanti intrecci del primo titolo. Eppure è difficile staccarsi da questo luccicante luna park dedicato a Star Wars che, alleggerito e rifinito rispetto al capostipite, enfatizzando il lato arcade, stuzzica l'inventiva del giocatore nella ripetizione di sfide e livelli alla scoperta di nuove maniere per far strage di terrorizzati pupazzi nelle loro bianche armature, facendo immergere i fan nel più duttile, ricco e tecnologicamente sbalorditivo simulatore dei poteri di un jedi.
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