Xena: Warrior Princess (da ora in poi abbreviata con XWP) è nata da una serie gemella Hercules: The Legendary Journeys in cui il personaggio di Xena interpretato da Lucy Lawless appariva in alcuni episodi. Xena era un Signore della Guerra al comando di un esercito dedito al saccheggio e alla distruzione che decide di abbandonare la sua vita di terrore e violenza per dedicarsi al bene e all'espiazione dei crimini commessi in passato. Con l'inizio della serie viene affiancata da Olimpia (Gabrielle in originale), una cantastorie, potremmo definirla una "Omero" al femminile, che in seguito diventerà una principessa amazzone. Insieme, le due donne attraversano il mondo dalle colonne d'Ercole alla Cina, dalla Scandinavia al Nord Africa, per difendere i deboli dai tiranni, siano essi signori della guerra o capricciosi dei dell'Olimpo. Nei loro viaggi avventurosi le due donne sviluppano un rapporto di partnership che le lega come sorelle, ma che, secondo molti, va ben oltre sfociando in una relazione amorosa lesbica.
La serie XWP ha avuto un notevole successo, è diventata un fenomeno culturale e ha attirato un pubblico molto vario dal punto di vista demografico, diviso equamente tra uomini e donne con un'altissima percentuale di appassionati tra gay e lesbiche. Ma cosa ama il pubblico di questa serie? Certamente l'atteggiamento della protagonista Xena sempre disponibile a menar le mani, la sua indubbia bellezza accoppiata ad una grande preparazione atletica, gli ideali femministi che sottendono molte trame, la relazione tra Xena e Olimpia.
Alcune spettatrici femministe però si lamentano che Xena viene spesso mostrata come un oggetto sessuale, un oggetto del desiderio (maschile naturalmente). Certamente il costume mostra molte più cose di Lucy Lawless di quante non ne copra e molte inquadrature si dilungano sulla sensualità del suo corpo atletico, ma di sicuro Xena non può essere considerata esclusivamente un oggetto passivo per gli sguardi del pubblico maschile, anche perché con la sua forza e la sua energia è l'essenza della pura azione fisica e del piacere che tale azione procura. La stessa sigla iniziale della serie mostra questa dualità dell'immagine del personaggio: inquadrature in cui la macchina da presa indugia su dettagli sensuali di Xena che indossa e si aggiusta l'armatura vengono alternati a scene di lei in battaglia. La femminilità di Xena non viene mai negata, al contrario è messa in evidenza, ma mai a detrimento delle sue capacità di guerriero che anzi sono assolutamente importanti per il personaggio. Ciò che rende differente XWP da altre serie che hanno per protagoniste delle donne eroine è proprio questo: in XWP il fatto che Xena sia una donna e un guerriero molto abile non viene mai messo in discussione, il sesso femminile della protagonista e il mestiere che fa non sono una contraddizione. In XWP la protagonista può essere una donna e mostrare tutta la sua femminilità e contemporaneamente essere un guerriero formidabile che non ha pari.
Come molti eroi del genere fantasy, Xena è piena di risorse e di speciali abilità e ha un arsenale di armi che usa con destrezza. Nel corso della serie abbiamo visto Xena fare dei salti che sfidano la gravità in puro stile Hong Kong; è una cavallerizza eccezionale; ha molte conoscenze di farmacia e medicina; può interrogare i nemici minacciandoli con una presa quasi mortale; riesce a prendere al volo una freccia; utilizza vari tipi di armi, come la frusta, la spada, e la sua arma personale, il chakram, un disco dai bordi affilati che lei lancia come un frisbee.
Malgrado tutte queste capacità, Xena non tradisce mai la sua essenza femminile e la sua umanità, al contrario di altre eroine, come Ripley nella serie di Alien ;e Sarah Connor in quella di Terminator.
Già nel primo film di Alien Ripley viene mostrata come androgina e ben poco femminile (a parte la famosa inquadratura delle mutandine) a sottolineare che una donna forte e coraggiosa non può essere anche bella (almeno non secondo gli standard tradizionali).
Nel corso della serie di film il corpo femminile di Ripley si trasforma sempre più in qualcosa di mostruoso, di abietto, da odiare e distruggere; nel terzo film rischia addirittura uno stupro di gruppo, mentre nel quarto viene clonata e rinasce metà umana e metà aliena, a sottolineare l'identificazione del genere femminile con qualcosa che è appunto "alieno", che è differente e decentrato rispetto al grado zero maschile.
Sarah Connor della serie di Terminator invece viene mascolinizzata: in pratica per fare l'eroina deve accettare gli standard maschili dei film d'azione e trasformarsi nell'eroe solitario classico. Per questo motivo abbandona la sua vita di cameriera e si trasforma in una combattente formidabile, ma fredda e violenta, totalmente svuotata della sua umanità e incapace di instaurare con il figlio un qualsiasi tipo di rapporto, tanto che nel secondo film è il personaggio di Arnold Schwarzenegger ad assumere un ruolo paterno verso John Connor in mancanza di una figura materna seria.
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