Dove trovare l'acqua sulla Luna? Dove non batte mai sole. Come trovarla? Con un missile. Un anno dopo che il Lunar Crater Observation and Sensing Satellite (per gli amici LCROSS) della Nasa causò volontariamente uno schianto contro la superficie della luna, gli astronomi hanno confermato che i crateri lunari sono ricchi di riserve d'acqua, nonché di un non meglio identificato numero di sostanze sorprendenti.
Nell'ottobre del 2009 la missione LCROSS lanciò un missile Centaur all'interno del cratere Cabeus, vicino al polo sud della Luna, un'area dichiarata ricca di idrogeno dopo un'osservazione precedente. Una seconda navetta spaziale era poi passata nella nube di detriti sollevata dall'impatto alla ricerca di acqua e altri elementi presenti nel suolo lunare.
Dalla nube vennero rilevati duecento pound di ghiaccio (circa novanta kg), aggiornati poi a trecentoquarantuno pound (centocinquantaquattro kg) sul numero di Science del 22 ottobre. Considerata la quantità di suolo lunare sollevata dall'impatto, si è così stimato che il 5,6% dell'area coinvolta contiene ghiaccio, il che può risultare utile per futuri tentavi di costruire basi permanenti sulla Luna.
Inoltre, il ghiaccio non si troverebbe solo nei crateri, ma anche sotto forma di permafrost al di sotto della superficie, nello specifico come granelli di ghiaccio che sarebbero anche più facili da recuperare.
Ma non c'era solo ghiaccio nella nube: i rilevamenti hanno registrato la presenza di ossidrile, monossido di carbonio, diossido di carbonio, ammoniaca, sale libero, idrogeno, calcio, metano, diossido di solfuro, mercurio, magnesio e, sorprendentemente, argento. Alcuni di questi componenti, definiti super volatili per il loro basso punto di ebollizione, sono considerati importanti mattoni nella costruzione dell'atmosfera planetaria e i precursori della vita sulla terra.
Lo scienziato Greg Delory dell'Università della California, ritiene che "forse la Luna è in attività ed esiste tutta una chimica e una produzione continua di materiale in queste regioni polari. Io vi dico che l'acqua presente nei crateri potrebbe essere il risultato di processi in corso nella superficie stessa".
Oppure, come dice Peter Schultz della Brown University, è arrivata lì tramite l'impatto con meteoriti e asteroidi, spargendosi poi sulla superfice nell'arco di miliardi anni al di sotto del suolo.
"C'è un solo modo per saperlo," dice Delory. "Dobbiamo andare lì." Che sia per un possibile sfruttamento per i futuri coloni o solo per le potenziali informazioni che contiene, "c'è più di una ragione per scoprire la storia che l'acqua ha da raccontare".
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