Inception ha ricevuto un plauso quasi unanime. Fantascienza.com ha scritto molto sulla nuova opera di Christopher Nolan: Marco Spagnoli ha intervistato il regista per Delos Science Fiction (leggete qui) e ha recensito il film (cinque stelle, leggete qui). Maurizio Del Santo ho scritto due articoli interessanti ed esaustivi (Mondi di sogno fra Dick e Fellini, leggete qui, e Lezioni pratiche per la vendita di sogni, qui), a cui si aggiunge un pezzo di Giovanni De Matteo su sogni nel cinema (qui). Senza andare oltre nel merito, si può però aggiungere un dato numerico: Inception si è rivelato un buon affare anche per Warner Bros., visto che a fronte dei centosessanta milioni di dollari spesi per la produzione, ne sono entrati ottocentoquattro (di cui circa duecentonovanta nel mercato domestico USA, il resto in giro per il mondo). E non è ancora finita.
Com’è ovvio per un’opera entrata quasi da subito nell’immaginario collettivo, Inception ha generato da subito paralleli impegnativi con maestri del cinema come Fellini. E in effetti nella pellicola, per quanto la componente avventurosa rivesta un ruolo centrale, di grandi domande si parla al fine. Nel suo secondo film basato su una sceneggiatura originale, Nolan torna sul rapporto fra l’uomo e la realtà, interrogandosi sui confini fra i due. Cos'è umano? In estrema sintesi, siamo ciò che ricordiamo (Memento)? Siamo ciò che sogniamo (Inception)?
Interrogativi aperti, che possono aprire la strada alla discussione e che senza dubbio stimolano la creatività in tanti modi diversi. Per esempio Krishna Shenoi, “titolare” di una casa di produzione amatoriale, ha pensato di stabilire un curioso parallelo fra Inception e Alfred Hitchcock, immaginandosi un trailer in cui l’opera di Nolan è presentata nel tipico stile anni ’50 e ’60 con cui erano presentati i lungometraggi del regista inglese. Ecco il risultato. Viene riportato anche il trailer originale di Vertigo, di modo che si possa apprezzare quanto l’impostazione della voce e vari altri dettagli siano stati ripresi con fedeltà. E, a ben vedere, qualche parallelismo fra le due opere si potrebbe anche tentare…
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