Buck Rogers ritorna proprio questo mese per la Planeta De Agostini, cui l’editrice Dynamite ha concesso i diritti di stampa in Italia, sulle pagine di un fumetto dopo quasi trent’anni di assenza. Uscito nel suo novantesimo anniversario sul mercato americano, il Buck Rogers del nuovo millennio vorrebbe continuare la tradizione del suo illustre antenato ringiovanita e ricreata per un pubblico moderno.
Lo scrittore Scott Beatty, ben conosciuto in casa DC Comics per Batman e Nightwing, è stato contattato per misurarsi con il mito, affiancato dal giovane disegnatore brasiliano Carlos Rafael. Non digiuno di fantascienza (ha lavorato anche alle versioni a fumetti di alcuni capitoli della saga di Star Wars e Star Trek) Beatty si è dato da fare pescando a piene mani sia dalle storie originali degli anni ’30 sia dal famoso serial televisivo interpretato da Gil Gerard che tutti conosciamo.
Il capitano Anthony “Buck” Rogers, chiamato Buck per l’abitudine di evitare qualsiasi tipo di autorità, è un eccezionale pilota di aeronautica ritiratosi a vita privata e diventato collaudatore per una piccola azienda che divide col socio Craig. Durante un volo di collaudo del motore gravitazionale da loro ideato, qui si sente molto la presenza della serie televisiva o di altre serie come Farscape, il nostro eroe viene contattato dai militari allo scopo di recuperare una non ben precisata “sonda” di cui il governo americano sembra aver perso le tracce. Impossibilitato a negare il proprio aiuto, nel corso del volo di rientro, dopo il mancato rendez-vous con l’obiettivo, un malfunzionamento del nuovo motore crea una distorsione spazio-temporale facendo precipitare la navicella sulla Terra del futuro ed incagliandola ben in profondità nel sottosuolo, un omaggio al fumetto d’esordio.
Buck Rogers verrà salvato dal colonnello Wilma Deering, mandato ad indagare sugli strani valori che gli strumenti di osservazione stanno registrando. Da qui si comincia il nuovo ciclo delle avventure di uno dei più popolari e conosciuti eroi di fantascienza dei fumetti. Non mancheranno nei numeri successivi nemmeno i Signori dell’aria di Han, il Dr. Huer, l’affascinante quanto terribile Ardala, i mutanti della serie televisiva ed innumerevoli alieni dall’aspetto decisamente più inquietante e non umano rispetto a quelli precedenti. Lo stile grafico tenta di fondere elementi classici dall’aspetto volutamente retrò con connotazioni più in linea all’immaginario visivo moderno. Aiutato da due mostri sacri come Alex Ross e John Cassaday, chiamati a curare una parte del design e delle copertine, Carlos Rafael non se la cava decisamente male ideando dai costumi olografici per i protagonisti, alle immense e vetuste navi della flotta di Ardala fino ad almeno due versioni dello zaino razzo presente già negli anni ’20 sulla copertina di Amazing Stories. L’unico appunto che si può fare alla serie, giudicandola però solo dalle poche pagine messe a disposizione nei preview e dalle opinioni del pubblico americano, è che traspare una certa freddezza nei disegni come nella caratterizzazione dei personaggi, quasi come se ci fosse una qualche difficoltà da parte degli autori a staccarsi completamente dai valori iconici del mito di Buck Rogers per camminare in modo saldo con le proprie gambe. Se sarà in effetti così o semplicemente l’impressione di incontentabili appassionati di lunga data non ci resta che scoprirlo nei prossimi giorni leggendo i primi sei numeri del fumetto.
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