L'ultimo capitolo è stato il più grande successo commerciale dell'anno scorso. Trecentodieci milioni di dollari di incassi in un giorno, roba da far impallidire i colossi di Hollywood. Ed è proprio al cinema che continua a guardare Activision anche con il nuovo Call of Duty. Replicare un lancio così, entrato nel Guinness dei primati come il più grande debutto nella storia dell'entertainment, non sarà affatto semplice.

Intanto, però, per Call of Duty: Black Ops, l'episodio in uscita su Pc, Ps3 e Xbox 360 a novembre, la casa di Santa Monica si è assicurata la collaborazione di un autore che fa ben sperare. Si tratta infatti di uno sceneggiatore che di successi se ne intende, David S. Goyer: ha lavorato con Christopher Nolan al soggetto di The Dark Knight, ha firmato le sceneggiature di Batman Begins, Blade, Dark City. E non è l'unico pezzo da novanta reclutato dal grande schermo. Ci sono anche il sergente Gordon, al secolo Gary Oldman, e il più volte candidato all'Oscar Ed Harris di The Abyss e Apollo 13, che interpreteranno rispettivamente Viktor Reznov, un ufficiale sovietico già incontrato in Call of Duty: World at War, e Jason Hudson, un agente della Cia che avrà un ruolo determinante nella vicenda.

Uno spetznaz in Call of Duty: Black Ops
Uno spetznaz in Call of Duty: Black Ops

Black Ops racconta la genesi dei corpi speciali dell'esercito statunitense durante tutto l'arco della Guerra fredda. Si va dal Vietnam di John Rambo a missioni top secret al di là della cortina di ferro. Al timone Treyarch. Il team californiano, dopo aver descritto la Seconda guerra mondiale in Call of Duty 3 e World at War, si concentra sulle origini dei reparti scelti conosciuti attraverso gli scenari pseudo contemporanei dei due best seller di Infinity Ward, ossia Modern Warfare 1 e 2, con cui gli sviluppatori storici si sono congedati dalla serie l'anno scorso. Come tradizione, anche Black Ops porta avanti una regia estremamente fresca e dinamica, che non stacca mai dalla prospettiva in prima persona del giocatore, mentre lo sballotta come su un ottovolante.

Un livello inizia con il decollo di un jet sperimentale, poi si passa alla fase di infiltrazione (con balestra, una delle armi introdotte in questo capitolo, accanto al Dragon's Breath, un fucile a pompa che spara proiettili incendiari) e sabotaggio di una base nemica abbarbicata nella neve in montagna, per finire con un'uscita di scena rocambolesca, che si conclude lanciandosi nel vuoto da un dirupo. Questa vivacità strutturale, fatta di variazioni di ritmo, cliffhanger e crescendo, è la cifra distintiva promessa da Black Ops che, più che dai videogame, non fa mistero di essere ispirato dal cinema, anche se probabilmente oggi è la stessa scuola d'azione di Call of Duty a venire studiata con attenzione a Hollywood.

In un'altra missione, ci si immerge invece nei rossi e neri di una battaglia in notturna in una città del Vietnam accesa dai fragori degli scontri. Sempre in Vietnam, si potrà pilotare anche un elicottero da guerra, in uno dei momenti alternativi che questo episodio della serie si concede rispetto al classico sparatutto di fanteria. Nonostante l'intreccio di Black Ops sia di finzione, spiegano gli sviluppatori, così come altri segmenti di gioco, questo evento, che prevede di procurarsi un Hind - l'elicottero di Rambo 3 - rubandolo ai sovietici, è una citazione di un fatto realmente vissuto da uno dei veterani che hanno fornito consulenza militare per il videogame.