Alla fine di agosto Ponte alle Grazie ha inviato in libreria un nuovo romanzo della scrittrice tedesca Juli Zeh dal titolo Corpus delicti. Un processo (Corpus Delicti. Ein Prozess, 2009). La scrittrice, nonostante la giovane età, è considerata uno dei maggiori autori tedeschi ed è conosciuta e apprezzata anche nel nostro paese dove sono state tradotte varie sue opere.
Il romanzo è da una parte una distopia, vista la descrizione di una società di un futuro non lontano con un sistema giuridico diverso dal nostro, applicato in un mondo iper-razionale, dall'altra possiamo leggerlo come un legal thriller. Sfruttando questo meccanismo la scrittrice confeziona un libro di intelligenza acuta e logica stringente, che si interroga sulla nostra ossessione per la sicurezza e la salute.
La protagonista, Mia, è una donna coraggiosa, che in un mondo schiacciato dal conformismo, è ancora capace di ragionare con la propria testa e lottare per la giustizia. La donna darà tutta se stessa per provare che suo fratello è stato condannato ingiustamente per l’omicidio di una donna. Un fratello morto suicida, non essendo riuscito a sopportare l'ingiusta condanna. I temi trattati, pur descritti in un contesto futuro, sono terribilmente attuali.
Un brano dal testo. "Sfiducio una politica che basa il consenso solo sulla promessa di una vita priva di rischi. Sfiducio una scienza che sostiene l’inesistenza del libero arbitrio. Sfiducio un amore che si considera il prodotto di un processo di ottimizzazione immunologica. Sfiducio genitori che definiscono 'rischio di caduta' la capanna su un albero e 'rischio di allergia' un animale domestico. Sfiducio uno Stato che sa meglio di me ciò che è bene per me...
Sfiducio me stessa, perché mio fratello è dovuto morire prima che capissi cosa significa vivere."
L’autrice. Juli Zeh (1974) è fra i maggiori autori tedeschi delle ultime generazioni. Nominata da Spiegel fra le donne più influenti di Germania, i suoi libri sono stati tradotti in ventinove paesi. Nel 2008 ha vinto il Prix Cévennes per il miglior romanzo europeo, affermandosi su finalisti del calibro di José Saramago e Zadie Smith. In Italia sono usciti i suoi Aquile e angeli (2005), Gioco da ragazzi (2007) e Un semplice caso crudele (2009). Ha composto insieme agli Slut, popolare band indie rock tedesca, un CD di dieci canzoni originali inframmezzate da brani di Corpus Delicti. Spesso la sua opera affronta temi di attualità sociale e politica, e l’autrice è sempre pubblicamente schierata su posizioni progressiste.
La quarta di copertina. Giovane, talentuosa, attraente, indipendente: è Mia Holl, una donna di trent’anni condannata per attività sovversive. In una società come quella in cui vive, una società non troppo lontana dalla nostra, in cui la cura del corpo e la preoccupazione per la sicurezza hanno soppiantato ogni altro valore, il grande amore che Mia prova per il fratello perduto, la sua padronanza dei dati scientifici sulla biologia umana, il suo bisogno di libertà bastano perché venga classificata come un pericolo pubblico. Il delitto di Mia consiste nel non adeguarsi alla dittatura salutista basata sul METODO, complesso regolamento che infiltra i suoi ferrei obblighi in ogni piega della vita, e nel voler provare l’innocenza del fratello, condannato per l’omicidio di una donna e morto suicida di conseguenza. Nel difendersi davanti alla legge, Mia promuoverà un modello di società diversa e diverrà l'idolo di un movimento d'opinione che sembrerà mettere in crisi il gelido e asfittico sistema politico.
Juli Zeh, Corpus delicti. Un processo (Corpus Delicti. Ein Prozess, 2009)
Traduzione Roberta Grado Wiener, Ponte alle Grazie, pagg. 218, euro 16,50
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