Umani di tutti i tipi circondano il palazzo di Waterstone’s a Piccadilly in un’allegra fila ordinata in tarda serata, mentre le telecamere scelgono gli esemplari più interessanti da filmare. Sono i fortunati possessori di biglietto per il lancio del nuovo libro di Terry Pratchett, I Shall Wear Midnight (quarto nella saga della piccola strega Tiffany Aching), previsto appunto per mezzanotte. L’autore è entrato nell’anima un po’ di tutti, tutti si sentono un po’ abitanti del Mondo Disco. Il popolarissimo scrittore, come si sa, ha problemi di salute e non lo si vuole affaticare oltre i trecento autografi. Le porte si aprono puntualmente alle undici, e si viene accolti con un bicchiere di vino e una borsa nera contenente libro, spilla e penna.
È il suo amico, l’attore Tony Robinson (che nella carriera vanta anche il ruolo di Vernon Crumley in Godfather), a presentare l’autore. Al suo arrivo l’emozione è tangibile, assieme al sollievo di vederlo in forma, presente a se stesso e al pubblico. Robinson racconta come sono diventati amici, per poi iniziare a leggere le domande del pubblico precedentemente raccolte. La prima domanda sembra volta a metterlo in difficoltà: dove finiscono le persone ingoiate dal bagaglio? Ma lui è pronto, ed enigmatico risponde: "Altrove". Sciolto il ghiaccio con una risata generale, si passa a domande più serie. Cosa pensa della trasposizione televisiva di Going Postal? Non si scosta forse troppo dal libro? Io non credo, e neanche lui. Spiega che quella di Going Postal è la migliore trasposizione fatta finora di un suo libro, gli è piaciuta molto in tutto, e alcuni cambiamenti sono sempre necessari in qualsiasi adattamento per lo schermo.
Il libro che porterebbe con sé nella tomba è, forse sorprendentemente, Nation. "Quando tra milioni di anni arriveranno gli alieni sul nostro pianeta morto, se troveranno una copia di Nation sepolta da qualche parte potranno farsi un’idea di come sia stata la specie che dominava il pianeta". È un libro che lo ha emozionato molto, "ho pianto metà del tempo mentre lo scrivevo".
Cosa cambierebbe Terry Pratchett del suo passato? Beh, si impegnerebbe per fare più sesso. Ma a parte quello, inizierebbe a scrivere libri full-time almeno dieci anni prima. Ma in fondo il tempo “perduto” gli ha fatto imparare molto, la sua professione di giornalista gli ha insegnato moltissimo sulle persone e i loro segreti (come gli ammiratori ben sanno, i suoi personaggi, che siano umani, licantropi o dei, sono ricchi di sfumature e presentano una tale varietà di sfaccettature che è difficile non identificarsi, o comunque riconoscersi in qualche modo, persino in un gargoyle o una bashee). Dal canto suo, il personaggio con cui si identifica è Scuotivento, ma non elabora più di tanto.
E scrivendo ha continuato a imparare, il suo stile si è fatto sempre più sofisticato e si ritiene molto cambiato, al punto che ora gli piacerebbe aver avuto l’attuale se stesso come collaboratore ai tempi della stesura di Carpet People. Il suo processo creativo consiste, in pratica, nel metter giù il grosso della storia e poi giocarci. Spesso non sa come andranno a finire le trame, ma per quanto riguarda Tiffany: "Il suo personaggio è talmente ben strutturato nella mia testa che non devo far altro che presentarle un problema, ed è lei stessa a risolverlo".
Parlando delle sue opere per bambini, ammette che scrivere quel tipo di libri è molto complicato, perché per un adulto è difficile sapere quali possano essere i concetti che un bambino può capire. Gli viene chiesto se non affronti forse dei temi un po’ troppo pesanti. "Se i bambini di oggi sono abituati a essere intrattenuti dall’horror, se reggono lupi mannari e vampiri, possono anche reggere il concetto di genitori violenti."
Ci racconta poi la sua passione per la lettura sin da quando era piccolo (sottolineando ancora la grave assenza di ragazze nella sua vita), ma è stato grazie a questa sua passione che è stato in grado di diventare ciò che è. "Non c’è mai stato uno scrittore che non sia prima stato un lettore."
Comincia a farsi tardi, mezzanotte si avvicina, si fa una pausa. All’unisono, molti dei presenti aprono il libro e iniziano a divorarlo. Dopo circa un quarto d’ora, Sir Pratchett torna. È in camicia da notte, con tanto di cappellino. "I shall wear midnight", alla lettera. Comincia un conto alla rovescia più emozionante di quello di capodanno. Tre… due… uno… mezzanotte in punto, e il libro è ufficialmente uscito.
Comincia la lunga fila per gli autografi sulle copie.
Tassativamente niente dediche, e verso la fine della fila si capisce perché: Terry è esausto, rispettosamente nessuno insiste, contenti di aver almeno avuto un contatto con lui. La firma include due timbri, uno rosso sul titolo, un orologio che segna la mezzanotte, e l’altro la convalida ufficiale dell’autografo.
Una serata emozionante per tutti, nella quale, perdonatemi la sdolcinatezza, l’affetto nei confronti di un uomo che affronta la crudeltà dell’Alzheimer è stato enorme e tangibile.
Ti vogliamo bene Sir Terry, e grazie del mondo che hai creato per noi.
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