Sarà curata da Gianfranco de Turris e Sebastiano Fusco la nuova collana nata in questi giorni in casa Coniglio Editore. Si chiama Ai confini dell’immaginario. Riportiamo quanto è stato scritto nel presentare la collana: "I confini dell'Immaginario si sono ampliati enormemente rispetto agli anni Settanta, quando in Italia si imposero libri e collane dedicati a quel particolare settore della narrativa popolare che è la fantascienza, sino ad allora considerata di serie B. Oggi la 'narrativa di genere' include opere che vanno dal poliziesco al fantastico, dallo spionaggio all'orrore, dalla fantascienza all'avventura. In questa riclassificazione, l'Immaginario si è spinto più in là, fino a comprendere altri sottogeneri, e soprattutto non esistono più 'compartimenti stagni'. Nasce dunque Ai confini dell'Immaginario, una elegante collana che Coniglio Editore ha affidato a Gianfranco de Turris e Sebastiano Fusco, che proprio in quegli anni Settanta tentarono un esperimento del genere curando - secondo uno stile inconfondibile, prima criticato e poi imitato - collane che, sotto l'etichetta di 'fantascienza', ospitarono anche opere fantastiche e dell'orrore, suscitando le reazioni dei 'puristi', che non gradivano mescolanze, non rendendosi conto che tutti questi generi avevano una comune origine. Oggi, parecchi decenni dopo, si propone di nuovo l'esperimento privilegiando testi ormai considerati classici, assenti da troppo tempo dal mercato editoriale italiano o addirittura mai tradotti. Accompagnate da introduzioni, note e appendici, sono opere che faranno riscoprire un dimenticato senso del meraviglioso".
Il primo titolo è Schiavi degli invisibili (Sinister Barrier, 1939), famoso romanzo di Eric Frank Russell, autore he tanti capolavori ci ha regalato. Schiavi degli invisibili fu pubblicato per la prima volta in Italia nel 1953 nel numero sette della collana I romanzi di Urania. Poi fu ristampato solo tre volte. L’ultima pubblicazione risale al 1982 (Classici Urania n. 68). Per molti lettori sarà una piacevole "prima" lettura. Invece ai lettori della prima ora sarà rimasto impresso nella memoria l'incipit: "'Una morte immediata è il destino della prima mucca che guiderà una rivolta contro la mungitura' disse fra sé il professor Peder Bjornsen. Era una prospettiva nuova, e molto sgradevole, nata da fatti spaventosi. Bjornsen si passò le lunghe dita sottili tra i capelli precocemente incanutiti e guardò dalla finestra dello studio, affacciato al terzo piano sopra il traffico intenso dell'Hòtorget di Stoccolma. Ma i suoi occhi non vedevano il traffico. 'E c'è uno scacciamosche che aspetta la prima ape decisa a protestare contro il furto del miele' aggiunse".
Sì, la morte era quello che, di sicuro, attendeva l’uomo che per primo si fosse accorto dei Vitoni. Nella narrativa di fantascienza, l’uomo ha incontrato mille razze pericolose, la Terra è stata invasa altrettante volte, ma erano sempre minacce visibili. L’invasione descritta da Russell invece è totalmente invisibile e subdola in quanto i Vitoni che dominano l’uomo da chissà quanto tempo sono sfere di energia che si nutrono delle emozioni, paure e correnti nervose dell’uomo. Per avere questa continua fonte di energia sono loro, i Vitoni, a spingere l’uomo alla guerra e a bassezze di ogni tipo. Solo una fortuita scoperta permette a un piccolo gruppo di uomini di capire di chi l’uomo è schiavo e scoprire che lo è da millenni. Da quel momento l’uomo andrà in guerra non contro se stesso ma contro i feroci parassiti.
L’autore. Eric Frank Russell (1905-1978) pubblicò il primo racconto su Astounding, la rivista diretta da John Campbell, nel 1937. A suo agio con diverse tematiche e stili narrativi - dalla fantascienza "pura" al fantastico, dal weird all'umorismo - è uno degli autori più popolari della "scuola britannica" della science fiction, che privilegiava il dato letterario e umano su quello scientifico. Schiavi degli invisibili è il primo e il più celebre dei suoi romanzi.
La quarta di copertina. "Oltre la sinistra barriera dei nostri limiti, oltre questo campo visivo meschino e inefficiente, intenti a dominare ogni uomo dalla culla alla tomba, a depredarci spietatamente come parassiti, stanno i nostri padroni maligni e onnipotenti: gli esseri che sono i veri signori della Terra!"
Due furono le domande che, alle soglie del secondo conflitto mondiale, spinsero Eric Frank Russell a scrivere questo libro: "Se tutti gli uomini amano la pace, perché allora non riescono ad averla?" e "Se esistono razze extraterrestri più progredite dell'uomo, perché non vengono a trovarci?".
E questa, ispirata dalle teorie dell'eretico Charles Fort, fu la risposta: "Siamo già stati conquistati, e sono i nostri sconosciuti padroni a fomentare le guerre e a impedire alle altre intelligenze del cosmo di comunicare con noi". Un nucleo di scienziati scopre la mortale verità: il genere umano non è che il bestiame di una razza di invisibili alieni: i Vitoni, esseri di pura energia che si alimentano di emozioni e correnti nervose. È l'inizio di una guerra disperata, poiché il solo pensarli equivale a morire.
Pubblicato per la prima volta nel 1939, Schiavi degli invisibili è una delle pietre miliari della fantascienza, un avvincente thriller metafisico dalle tinte B-movie ancora sinistramente attuale.
Il volume è completato da una interessante introduzione e contiene l’articolo di Charles Hoy Fort Il collezionista dell’inesplicabile.
Eric Frank Russell, Schiavi degli invisibili (Sinister Barrier, 1939)
Traduzione Roberta Rambelli, Coniglio Editore, collana Ai confini dell’immaginario, pagg. 253, euro 13,50
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