Nel 1957, vede la luce una rivista destinata a lasciare il segno, sia dal punto di vista della storia della fantascienza in Italia sia dal punto di vista della storia della fantascienza scritta da italiani. Stiamo parlando di Oltre il Cielo - diretta da Cesare Falessi, scrittore e giornalista, e promossa da Armando Silvestri, ingegnere e scrittore, oltre che editore –, la prima a promuovere massicciamente gli autori italiani, accanto a quelli americani e inglesi.

A proposito dell’importanza di Oltre il Cielo per la fantascienza italiana, scrive Gianfranco de Turris: “[…] in 155 numeri sino al febbraio 1967, e poi per altri sei numeri nel 1969-1970, la rivista pubblicò dodici romanzi a puntate e circa 475 racconti di un centinaio di autori diversi: sulle sue pagine si sono così formate almeno due generazioni di lettori, scrittori e critici che in alcuni casi hanno continuato la loro attività altrove, giungendo anche in posti significativi nell’ambito della fantascienza pubblicata nel nostro Paese (direttori di riviste o collane, ad esempio). Basti ricordare, soprattutto Renato Pestriniero, Sandro Sandrelli (di recente scomparso), Massimo Lo Jacono e Lino Aldani; poi Piero Prosperi, Gian Luigi Staffilano, Antonio Bellomi, Adalberto Cersosimo, Ugo Malaguti, il compianto Franco Fossati, Vittorio Curtoni.” (Fantascienza Tricolore in “Liberal 21”, dicembre 2003-gennaio 2004, pp. 162-173).

Apparvero molte riviste e collane di romanzi in quel periodo, grazie anche all’inizio dell’era spaziale che coincise con il lancio del primo satellite, lo Sputnik, da parte dei russi nel 1957. Evento che meraviglierà gli italiani, così come tutto l’Occidente, Stati Uniti compresi.

Nel 1958 nacque Galaxy, a cui seguì Galassia, nel 1961: entrambe ospitavano in appendice storie di scrittori italiani.

Il numero 9 di Galassia era dedicato interamente agli scrittori italiani e conteneva tra le altre opere di Roberta Rambelli, curatrice della pubblicazione, Lino Aldani, Sandro Sandrelli e Bianca Nulli. Nelle intenzioni della curatrice, quello doveva essere un primo volume di una serie di speciali dedicati alla science fiction nostrana, ma poi a tutti gli effetti quello fu l’unico, fino almeno a quando la Rambelli fu la curatrice della collana.

Altro anno importante per il racconto di fantascienza italiano è il 1962. In quell’anno, infatti, cominciarono a comparire le famose antologie semestrali Interplanet, curate da Sandro Sandrelli, di cui ne uscirono solo 7, tre edite dalla CELT di Piacenza e quattro dalle Edizioni dell’Albero di Torino. Si trattava di antologie di racconti, di cui i primi quattro volumi dedicati esclusivamente ad autori italiani e dal quinto numero l’antologia conteneva inoltre agli italiani anche scrittori europei.

Sandrelli è una figura chiave della fantascienza italiana, sia come scrittore sia come traduttore e curatore di iniziative che lasceranno il segno.

L’anno dopo, il 1963, arriva Futuro, la rivista bimestrale diretta da Lino Aldani, Massimo Lo Jacono e Giulio Raiola e durata solo 8 numeri. Le premesse degli animatori della pubblicazione erano ambiziose. Si proponeva una fantascienza italiana sganciata da modelli letterari americani e dunque alla ricerca di un’identità più squisitamente italiana. Su futuro apparvero scrittori del calibro dello stesso Aldani, Inìsero Cremaschi, Anna Rinonapoli, Maurizio Viano, Gilda Musa, Piero Prosperi, Riccardo Leveghi e Giuseppe Pederiali.

Futuro riceverà nel 1978 un doveroso tributo grazie a Inisero Cremaschi che curerà per l'Editrice Nord l'antologia "Fututo". Il meglio di una mitica rivista di fantascienza, con i racconti più significativi. Sempre nel 1978, Cremaschi cura una raccolta di racconti per la Garzanti, dal titolo Universo e dintorni, che intende fare il punto sulla science fiction nostrana. L'antologia si segnala, rispetto ad altre analoghe iniziative, per il fatto di essere uscita presso un editore importante.