Con la pubblicazione del romanzo Le città della notte rossa (Cities of the Red Nights, 1981) si chiude una trilogia (ideale) scritta da un autore controverso sia in vita che successivamente, parliamo di William S. Burroughs. Elliot Edizioni in precedenza aveva pubblicato gli altri due titoli: Strade morte e Terre occidentali e la nostra rivista ne aveva dato puntuale notizia.

In questo romanzo l’autore sceglie un pirata come protagonista. Capitan Mission è un personaggio che si dice sia veramente esistito, anche se ci sono forti dubbi in merito. Quasi cent'anni prima della rivoluzione francese, il pirata predicò e mise in atto la completa uguaglianza, l'abolizione della schiavitù, della tortura e della pena di morte, inoltre in una zona costiera imprecisata del Madagascar fondò uno stato battezzato Libertatia che, siamo sempre sul “si dice”, fu distrutto poco tempo dopo.

Burroughs parte da questa premessa e immagina che la colonia non venga distrutta e ambienta il racconto parte nel diciottesimo secolo e parte nel futuro con creature che provengono sia dal mondo reale che da quello fantastico o fantascientifico. In Le città della notte rossa si ritrovano i temi tipici dell'autore: il controllo "del potere" sugli uomini, la droga, il sesso, la visione, la magia e molto altro.

L’autore. William Seward Burroughs II nasce nel 1914 a St. Louis, Missouri, in una famiglia più che benestante. È morto il 4 agosto 1997. È stato definito "il drogato omosessuale pecora nera di buona famiglia", lo sperimentatore di ogni sostanza stupefacente conosciuta, il padre spirituale della beat generation. Tra i suoi capolavori vanno ricordati La scimmia sulla schiena, Pasto nudo, La morbida macchina. Le città della notte rossa costituisce il primo capitolo di una trilogia ideale, composta da Strade morte (2008) e Terre occidentali (2009), entrambi già pubblicati in Italia da Elliot Edizioni.

La quarta di copertina. "Nulla è vero. Tutto è permesso." In questa frase è riassunta la poetica del romanzo, uno dei più importanti di William Burroughs. Le città della notte rossa è la storia di un pirata del XVIII secolo, il Capitano Mission, fervente sostenitore della libertà e dell'uguaglianza, nonché acerrimo nemico di ogni forma di tortura e schiavitù.

Basandosi su questi principi egli creò in Madagascar una colonia a cui diede il nome di Libertatia, che ben presto però venne spazzata via insieme al suo fondatore. Ma cosa sarebbe accaduto se Mission fosse sopravvissuto insieme alla sua utopica Libertatia? Da questa suggestiva ipotesi prende vita uno dei capolavori della produzione di Burroughs, un romanzo nel quale si avvicendano creature che provengono sia dal mondo reale che da quello fantastico o fantascientifico e che tracciano una nuova storia a partire dal XVII secolo per approdare a un futuro non remoto.

Come in molte altre opere dell'autore, questo romanzo distorce e supera ogni convenzione narrativa, mostrando pagina dopo pagina una forza dirompente originata da quella che fu per Burroughs una vera battaglia esistenziale, prima ancora che artistica, condotta nei confronti di ogni forma di totalitarismo e di intolleranza, in qualsiasi modo essi si manifestino. Scritto nel 1981, Le città della notte rossa risulta ancora oggi incredibilmente attuale nel profetizzare un inferno contemporaneo.

William S. Burroughs, Le città della notte rossa (Cities of the Red Nights, 1981)

Traduzione Giulio Saponaro, Elliot Edizioni, collana Raggi, pagg. 254, euro 18,50