Lo stesso Qarzast nel vederli rimase palesemente di pietra. Ciò che colpiva maggiormente in essi, tuttavia, non era la forma dei fezev, né il colore nero dei cortissimi capelli, né quegli strani aggeggi sulla fronte: era il colore dei fezev. Qualcosa di mai visto. Indefinibile: lucente, traslucido, quasi senza una tonalità precisa.- Grlg zras wluymakk - aggiunse quello che aveva parlato per primo. - Amici! Roqest mahal dignem. Vugkhal zzejgk vorgkerl. Purr, purr… Ah!Lo straniero agitò qualcosa nei fili che entravano nelle tempie.

- Ora grlirp va meglio! Capite? Opk, siamo amici. Stranieri. Amici ma stranieri, di fuori. Veniamo... come dite, voi? Da molto, molto lontano. Nostra casa Fuoco Celeste. Vabbene?

A Throoz si annebbiò la vista. La loro casa era... Ma allora, allora... Ehi, ma che razza di scherzo era? Che non fosse tutto organizzato dal Vetusto? Impossibile, il Vetusto era più sbigottito di lui. Tutti gli occhi puntavano sulla incomprensibile apparizione. Senza badare alle prudenti invocazioni dei Sacri Serventi, Qarzast si avvicinò agli Stranieri.

Per lunghi istanti scrutò accigliato i due, mentre il suo lungo mantello crema-rog svolazzava nella brezza.

- Siate i benvenuti - disse infine il vecchio, lentamente. Annuì: - Sì... vi credo, se dite che la vostra casa è il Fuoco Celeste. E' il colore dei vostri fezev, a testimoniarlo. Quindi, gloria all'Imperscrutabile - abbassò un istante il capo dai lunghi, serici capelli color verdino-pits - che concede un'ulteriore, stupenda prova della benevolenza verso i suoi fedeli. Non occorrono altre parole: siete nostri ospiti.

La folla seguiva gli eventi assolutamente ipnotizzata, trattenendo il respiro.

Qarzast concluse, alzando le braccia: - E ora, popolo di Oghiz, do questo annuncio: da oggi fino al termine dei Nove Soli la mia casa resterà aperta a ogni oghiza. Feste grandi, o fedelissimi. Ci muoveremo immediatamente. Anche voi, amici Stranieri: vogliate seguirci.

Gli Stranieri non si muovevano. Uno dei due bisbigliò:

- Radioattività elevata, Michaela. Guarda il geiger, è in tilt. Teniamoli buoni ma filiamo alla prima occasione. Qui c'è un qunq che non mi empatizza.

- Tu sei voluto scendere - pigolò Michaela nervosa - tu hai voluto una distrazione alla Terapia, tu, razza di krunk...

- L'ho fatto per te, stregaccia - biascicò lui.

- Cyril! - Con mossa repentina Michaela gli pestò un piede. L'altro represse un urlo, poi aprendo il volto a un sorriso verso il Vetusto:

- Siamo onorati, signore - rispose attraverso la macchina traduttrice. - Vi seguiremo con gran piacere.