Lui protestò debolmente, lei fece ripetutamente shhhh dandogli del cretino. Si chinò in avanti, verso di lei... Il chiarore delle braci era quasi svanito. Intorno l'aria era assolutamente nera, impenetrabile. Più che vedersi, le sagome degli oghiza intorno si intuivano, si udiva il loro agitarsi, a volte un minaccioso arrotare di lame. Un getto tiepido lo colpì sugli occhi, le guance.- Centro - sussurrò Cyril - ma insomma...- Zitto, imbecille. Pensa al qunq.

Il liquido gli aveva inondato anche i capelli in zampilli sottili, e parte dell'omero. Alcune gocce gli scivolarono tra le labbra, e colse un sapore dolciastro vagamente familiare.

Il liquido si rapprendeva rapidamente, come una specie di cemento. Si affrettò a praticare fori per gli occhi e per respirare. Alla fine si sentì come in un calco. Continuava a non capire. All'orizzonte si disegnava un inequivocabile chiarore, era l'alba. Tra poco sarebbero dovuti morire entrambi. Nella luce incerta ma crescente, dinanzi a sé, intuì una maschera candida. Stentò a riconoscerla per il volto di Michaela. Anche lei s'era spruzzato il viso, dunque. Era questo che aveva fatto, benché ancora non capisse come. Ora avevano ambedue delle maschere sul viso. Maschere d'un bianco immacolato... 

L'astronave viaggiava, lontana ormai anni luce da Oghiz. Cyril e Michaela erano seduti sui loro trunk-sit. Si scrutarono vagamente in cagnesco.

- Non sapevo - sbottò lui - che tu nascondessi quella roba.

- Avrei dovuto dirlo proprio a te? La mia vita intima è thurb e non verrò mai a raccontartela, amico.

- Ma quegli... ormoni compatti... - replicò timido Cyril. Michaela conservò l'espressione dura, poi prese a menare pugni violenti al ripiano del tavolo, e a urlare a squarciagola.

La lasciò perdere. E dunque, questa donna... La guardò di nuovo, incredulo: da stecchino legnoso, rugoso e sgraziato che era, improvvisamente appariva sbocciata in forme estremamente procaci, provocanti fino alla volgarità. Il volto divenuto tondo, la pelle liscia, soda e color pesca, le labbra piene, la voce sensuale, alito tiepido e profumato. Davvero cose da pazzi. Ma soprattutto...

Soprattutto quelle tette.

Prorompenti, impossibili. Da pazzi, pazzi!

Michaela notò che Cyril le guardava il gonfiore spropositato

- Smettila! Non preoccuparti, tornerà più piatto di prima. E' solo un accidente transitorio.

Altro che puritana... Quella viaggiava con gli ormoni, e chissà quali segrete diavolerie combinava col suo corpo, tutta sola. Mentre lui non l'aveva mai sospettato. Latte. Nel giro di un paio d'ore, si era procurato con quegli intrugli un seno da fare invidia a una balia, gonfio di latte. Aveva regolato e dosato i suoi intrugli chimici in modo da ottenere un latte denso, carico di sostanze evaporanti e di residui che solidificavano, ciò che occorreva per una buona maschera bianca, insomma.