- Suggestivo vero? - disse Corvini sempre più immedesimato nel suo ruolo ciceronesco.- Non avevo mai visto un fiume - rispose Alex con la voce che gli tremava per l'emozione. - E non sapevo che in questo Parco ce ne fosse uno.- Caro ragazzo, ogni Parco nasce intorno a un fiume. Il Rio delle Amazzoni, il Nilo, il Fiume Azzurro, sono tutti fiumi. La vita nasce dal fiume e non potrebbe essere altrimenti, ecco perché i Parchi, piccoli e grandi, sorgono in prossimità di un corso d'acqua. In questo particolare caso il nome del Parco deriva dal suo fiume, cioè il Chienti. Certo, non è paragonabile agli altri, ma ha una sua dignità - concluse. Dopodiché si sedette sull'erba e si sdraiò.- Ma cosa fai?- Mi sembra evidente.- Ma è permesso?- Suvvia, non stiamo a sottilizzare. Ho voglia di distendermi e lo faccio; anzi, dovresti provare anche tu.Riluttante, Alex si mise in terra, assumendo la stessa posizione di Corvini. Gli alberi torreggiavano imponenti sulle loro teste, si allungavano verso il cielo stiracchiandosi come dita che ne volessero rivendicare il dominio. Su, in alto, un blu intenso incorniciava la loro chioma, e nuvole che sembravano disegnate da una mano amica si intrecciavano rincorrendosi, espressioni naturali di un manto lentigginoso.- Il fiume però non si vede se ce ne stiamo sdraiati - osservò Alex.
- Esatto, ed è proprio quello che desidero - ribatté l’altro. - La sua vista distrae e non permette di udire.
- Udire cosa? - Alex alle volte proprio non lo capiva.
Un sospiro paziente si perse nell'aria. - Prova a chiudere gli occhi Alex, non lasciarli vagare. Ascolta ogni piccolo bisbiglio, ogni mormorio, e apri la tua anima.
Ubbidì, più che altro spinto da qualcosa che gli diceva di seguire i consigli apparentemente bizzarri di quell'uomo, e non per un'effettiva volontà personale. Ascoltò quindi, ma al di sopra di tutto c'era soltanto lo scorrere del fiume, con gli altri rumori che ne costituivano uno sfondo sonoro naturale.
- Focalizza il pensiero sulla voce del fiume - riprese Corvini. - Nient'altro deve attirare la tua attenzione. Lascia che essa alimenti i tuoi sogni inconsci, le tue speranze. Non permettere che la parte razionale che è in te si erga a barriera; travolgila con la forza delle emozioni, e ascolta. Lui ci sta parlando, lo fa sempre anche se pochi sono coloro in grado di capire.
Alex stava in silenzio, con il mormorio del fiume che permeava l'aria e il pulsare del suo cuore che rallentava per seguire quel ritmo suadente eppure, allo stesso tempo, incalzante.
- Presta attenzione, questa è la sua storia... - continuò Giuseppe. -... oppure la sua leggenda. Tutto quel che dice è soltanto ciò che fu. Non è un'esistenza come le altre quella che ha avuto, no; nessun seminatore di vita potrà mai affermarlo. Pochi sono stati i momenti felici di spensierata vitalità che ha vissuto. Attimi, istanti persi nelle lande di un tempo che nemmeno lui riuscirebbe a ritrovare.
“Di ben altre cose è intriso il suo racconto. È nel ribollire di un piccolo gorgo o nello sciaquìo di una deviazione naturale che puoi percepire la dolcezza della sua voce, e apprendere così la totalità di quelle parentesi felici. Ma fai attenzione, non restare in superficie, indaga con perizia e cerca ciò che è oscuro, incerto. Il fiume vuole occultare il suo triste passato e distrarti dall'inesistente futuro.
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