Forse non è un film particolarmente originale e riuscito, ma ha qualcosa di molto originale e questo qualcosa si traduce in un'eleganza seducente dovuta al mutamento di prospettiva. A differenza dei recenti Lost souls e The calling , infatti, La mossa del diavolo è un film al femminile in cui l'incontro tra la mistica degli angeli e il genere della nascita dell'Anticristo porta ad uno strano eppure non del tutto mancato incontro tra il genere dei serial killer e i film millenaristi.

Stavolta è una bambina che deve essere corrotta dal Male e sia sua zia (Kim Basinger) che un agente dell'FBI alle prese con le gesta di un mostro che uccide tutti i bambini nati lo stesso giorno, vengono aiutati con eleganza e discrezione dalle forze del Bene. Un manicheismo cui non eravamo abituati in un cinema della predestinazione in cui Dio è una presenza impalpabile. La mossa del diavolo, invece, sulla scorta di una filosofia di impronta New Age secondo cui la presenza degli angeli sulla Terra è un cardine del rapporto tra uomo e divino, propone una pellicola in cui è protagonista una bambina troppo forte perfino per il demonio, con tanto di angelici difensori. Un film che richiede una certa sensibilità per sintonizzarsi sulle sue lunghezze - forse - in alcuni momenti fin troppo raffinate per chi si attende il solito film da esorcisti.

Una piacevole variazione sul tema così come l'anno scorso - in tema di possessioni - Stigmate aveva dato il suo contributo ad un nuovo tipo di cinema ibridato con i videoclip.