Esasperato dall’immobilità del Plantageneto, il Generale Namescloo si tolse le cuffie, gettandole con furia sul tavolo. – Cristo, trasmetta qualcosa! D’improvviso le luci bluastre negli occhi dell’automa ripresero vita. – Qualcuno un tempo disse che il miglior amico è il tuo nemico – trasmise a fatica il Sovrano. – E la segreta alleanza del Kaiser ne è la conferma. Il destino dell’Interregno si è compiuto ed io, signori miei, non sono più in grado di mutarne il corso.– Un istante dopo che gli ufficiali ebbero terminato di trascrivere quelle parole, gli occhi del Plantageneto si affievolirono.
Il Generale Theodore Qunt posò la penna sul tavolo e deglutendo a fatica sussurrò: – Ci sta autorizzando a deliberare il Codex Magnum, Maestà?
Il silenzio di Xamuel Morse II, spinse gli ufficiali a prendere una decisione fino a quel momento impensabile.
Senza esitare il colonnello Cristoforo Urwik posò la sua borsa di pelle sul tavolo, la aprì e tirò fuori una pergamena sigillata con la ceralacca. Quindi ruppe il sigillo srotolò la pergamena e, fissando per l’ultima volta il viso contrito dell’automa Sovrano, iniziò a leggere il procedimento col quale lo avrebbero disattivato.
Ma l’ufficiale Interbritannico non terminò mai la lettura del Codice: i soldati Teutonici e Nativi, penetrati nel Bunker attraverso un cunicolo laterale, uccisero tutti i presenti tranne il Plantageneto, che fu arrestato e condotto nelle umide segrete della Londinium Tower.
Il Kaiser giunse nella metropoli dell’Interregno quattro giorni dopo, a bordo del suo Zeppelin LZ1 Eisernes Kreuz (croce di ferro). Prima di raggiungere la Torre cittadina, il Sovrano della Grande Teutonia ebbe un piacevole incontro con Alce Nero: il Kaiser non vedeva il Grande Sacerdote Nativo dal loro summit segreto sull’isola medioterranea di Azoras, avvenuto due anni prima dell’invasione delle Repubbliche Amerindie.
Al termine dell’incontro, il Kaiser si recò alla torre. Ma ciò che accadde durante la visita all’Automa Sovrano rimase per tutti un mistero. Soltanto la sentinella di guardia dichiarò di aver udito l’Imperatore sussurrare “Auf Wiedersehn in yenner velt” prima che nell’antica fortezza si diffondesse l’inconfondibile ronzio di una elettropistola Luger Elektron 00.
Il corpo di Xamuel Morse II, detto il Plantageneto, fu in seguito trasportato nella città meccanica di Travemünde, nei territori Teutonici del nord, e lì gettato nell’altoforno delle acciaierie Krupp. L’ultima immagine di un Sovrano decaduto offerta ai cittadini accorsi all’evento fu un esile sbuffo di vapore che, fuoriuscendo da una ciminiera di metallo, si disperse nel cielo.
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