Il prezzo pagato dagli invasori in quel primo giorno di guerra fu comunque pesante: duecento pellerossa volanti abbattuti e quattordici navi Teutoniche affondate. Le aeronavi della B.A.S.F. ingaggiarono cruenti duelli aerei con gli Zeppelin e le aeronavi Native. Gli aviatori Britanni dimostrarono coraggio e ardimento riuscendo ad abbattere ben dodici Zeppelin e trentasei dirigibili Nativi. Ma alla fine, sopravanzati dalla flotta nemica, furono costretti ad arrendersi. Onde evitare inutili perdite, le aeronavi dell’Interregno invertirono la rotta lasciando al Kaiser il controllo dell’aria. La Hoka Hey!, dal canto suo, battagliò con onore prima di precipitare al largo delle isole Irlandæ, inabissandosi in mare. Nei giorni successivi le Panzerdampferdivisionen e le Arachnadampferdivisionen, supportate da non meno di quattromila fanti Nativi e da un’intera flotta di Baloon/Tesla di ritorno dai raid distruttivi sulle maggiori città della Cornogallia (Napoleonia e Giacobinia), veleggiarono verso Ovest dirette a Londinium. 

Erano sei mesi ormai che Xamuel Morse II il Plantageneto si trovava costretto a vivere in quel bunker sotterraneo scavato dai suoi genieri sotto il Palazzo di Cristallo di Eastminster, cuore pulsante dell’Interregno: era lì che il Sovrano Britannico, all’interno di una stanza illuminata con lampade a gas, riceveva giornalmente gli Alti Ufficiali delle forze militari di mare, di cielo e di terra per affrontare con loro la tragica situazione bellica.

Non appena i suoi occhi si accesero di una debole luce bluastra, gli ufficiali Britanni indossarono le cuffie percettive collegate all’automa Sovrano tramite cavi telegrafici, e si prepararono a trascrivere su pergamena il suo complicato idioma elettrico, fatto di impulsi sonori brevi, medi e lunghi; un codice fonetico progettato dagli analisti matematici di Corte, codice a cui era stato dato il nome stesso del Sovrano. 

– Allearsi con quei selvaggi Amerindi è stata una mossa davvero astuta... – scrissero gli ufficiali dopo aver decrittato la trasmissione del Plantageneto e un secondo prima che il suo cervello (un macchinario composto di cinghie e pulegge che alimentavano valvole termoioniche, a loro volta in grado di infondere energia ai circuiti senzienti) entrasse in guasto. I meccanici di Corte avevano prescritto all’automa Sovrano un assoluto riposo, ma Xamuel Morse II aveva trasmesso che li avrebbe accontentati soltanto a guerra vinta.

– Maestà?

Ridestato dalla voce titubante del Generale Namescloo (l’automa Sovrano era perfettamente in grado di percepire i suoni grazie al suo sofisticato apparato uditivo meccanico) il Plantageneto riprese a trasmettere. – I suoi artiglieri hanno ricacciato i Teutonici oltre i confini di Canterbury, vero? 

Gli ufficiali, e ancor di più il Generale Dillo Namescloo comandante della Honourable Artillery Company, avvertirono un certo imbarazzo nel trascrivere la domanda.

– Con tutto il rispetto, Maestà – rispose l’ufficiale – le brigate di artiglieria pesante “Pendragon” e “Northumbria” sono state spazzate via  dalle Arachnadampferdisionen... 

– Sono settimane che abbiamo perso il controllo delle pianure del Worchsterschire – aggiunse il colonnello Cristoforo Urswik, comandante delle Divisioni Corazzate Interbritanniche. – Ora laggiù regnano quei dannati aracnidi a vapore!

– E purtroppo siamo prossimi a perdere anche il controllo dei cieli! – aggiunse il Generale della B.A.S.F. Theodore Qunt. – La difesa aerea è ridotta a sole tredici aeronavi e un centinaio di Ekranoplani, e se questo non bastasse i palloni Tesla sorvolano giornalmente le terre Caledoni distruggendo intere città: a Chaledonia e Inbhir Nis si contano migliaia di civili morti! Maestà, urge da parte vostra un segnale forte e deciso!

– Ci servono  risorse e ci servono subito! – riprese il Generale Namescloo. – Nonostante i pesanti bombardamenti, gli agglomerati industriali X210Cr13 sono ancora in grado di sfornare un numero ragguardevole di automi soldato!

La luce negli occhi del Plantageneto si affievolì: il suo meccanismo elettro-senziente era entrato nuovamente in guasto. Tuttavia gli Ufficiali non si persero d’animo.

– Anche la Marina Reale arranca! – affermò tristemente il Commodoro Erasmus Say, Primo Lord del Mare. – Ci restano dodici corazzate e cinque sommergibili...

I circuiti senzienti del Plantageneto non percepivano le sollecitazioni sonore che giungevano dal mondo esterno.

– Maestà, il nemico avanza spedito verso Londinium! – lo incalzò il Generale Namescloo, abbattuto nel constatare il grave danno subito dall’automa Sovrano all’indomani del passaggio sulla città dei Baloon/Tesla.   – Gli uomini del IX° Battaglione “Kipling” sono stati massacrati a colpi di mazze chiodate!– continuò l’ufficiale. – Quei selvaggi Amerindi dimostrano di non possedere la benché minima pietà! Si dice che i loro stregoni, strani individui agghindati con pellicce colorate e penne di uccello sul capo, stiano attraversando le terre dell’Interregno plagiando le menti dei civili con una strana polvere lisergica!