Se questo fosse un servizio di Voyager, probabilmente Roberto Giacobbo lo introdurrebbe così: "Osservate questa foto scattata nel 1940. Chi è quel giovane uomo sulla destra con quello strano abbigliamento e con quegli occhiali ancora più strani? Appare decisamente fuori posto rispetto alle altre persone. Cosa sta osservando con tanta attenzione? E cos'è quello strano oggetto che tiene tra le mani in modo da non farsi notare? Forse quel giovane è solo uno dei tanti curiosi accorsi sul posto; ma c'è chi sostiene che quell'uomo in realtà non esisterebbe. O meglio, non esisterebbe nel 1940, poiché l'abbigliamento, il taglio dei capelli, gli occhiali, farebbero pensare a qualcuno proveniente da un altro luogo, o addirittura da un altro tempo. Vi racconteremo tutto di quello che è già stato definito: il mistero del viaggiatore nel tempo".

Ironia a parte, la foto in questione non è un trucco, ma è stata scattata in Canada verso la fine del 1940 e riguarda la cerimonia di riapertura del South Fork Bridge, un piccolo ponte situato in una provincia della Columbia Britannica. La foto è stata esposta una decina giorni fa sul sito del Virtual Museum of Canada, (il link è tra le Risorse in rete) nelle sezione Virtual Exhibits dedicata alle mostre fotografiche d'epoca. Alcuni dei visitatori del sito hanno notato lo strano personaggio che si vede sulla destra, in effetti non difficile da notare dato il suo aspetto: una capigliatura sbarazzina, occhiali da sole dalla linea molto moderna, una bella t-shirt stampata con un maglioncino alla moda e quella che sembra una fotocamera compatta tra le mani. La foto ha fatto subito il giro della rete alimentando la leggenda del viaggiatore nel tempo, con numerosi siti e blog che producono le teorie più complicate sul protagonista di una gita nel continente nordamericano della prima metà del ventesimo secolo. Alcuni giorni dopo è spuntata un'altra fotografia dello stesso evento, stavolta recuperata dalla John Wihksne Collection, altra galleria fotografia d'epoca online. Il particolare della foto qui di fianco mostra, seppure in modo non chiaro, lo stesso personaggio da un'angolazione diversa.

Alla fine tutta la questione è stata presa in carico da forgetomori.com, un sito organizzato da Kentaro Mori che si occupa di indagare su fenomeni strani e curiosi (UFO, fenomeni paranormali, etcetera), riuscendo spesso a smascherarli. Attività analoga a quella che da noi compiono a esempio il CICAP, oppure Paolo Attivissimo con il suo blog Il Disinformatico. Partendo da un sano scetticismo sulla stravagante idea che un viaggiatore temporale sia sceso nel passato per fotografare un piccolo ponte di una cittadina canadese, Mori inizia ad analizzare la qualità dell'immagine attraverso la tecnica dell'Error Level Analysys, non trovando tracce di manomissione digitale. La foto sembra pertanto originale, o se ci sono state manomissioni queste sono state realizzate estremamente bene. D'altra parte il Virtual Museum è ritenuta in Canada fonte autorevole, il che scaccia i dubbi residui.

A questo punto Mori analizza il problema utilizzando il noto principio del Rasoio di Occam, che consiste nell'eliminare via via le ipotesi più complicate per la spiegazione di un fenomeno. In altre parole: la spiegazione più semplice di un fenomeno è quasi sempre quella giusta. Pertanto Mori, anziché cercare prove sulla provenienza dal futuro del personaggio, cerca prove che dimostrino la sua appartenenza al 1940. Così, cercando con pazienza, Mori scopre che l'attrice americana Barbara Stawyck in La fiamma del peccato, film del 1944, indossa un paio di occhiali da sole quasi identici a quelli del presunto viaggiatore temporale. Quella che poi a noi osservatori del ventunesimo secolo sembra una maglietta stampata, potrebbe essere in realtà una maglia o felpa con un emblema bordato, che negli anni quaranta erano comunissime nei campus universitari; anche in questo caso Mori produce una prova fotografica (tutte le immagini sono disponibili sul sito di Mori, tra le Risorse in rete).

Anche il maglione sopra la felpa potrebbe tranquillamente essere una classica maglia di lana con chiusura a bottoni, di quelle che ogni tanto tornano anche nelle boutique odierne. Infine l'ingrandimento dell'apparecchio fotografico dimostra la sua notevole somiglianza con uno dei modelli della Kodak Folding Pocket, in commercio in nordamerica già a partire dagli anni venti del secolo scorso. In sintesi il personaggio misterioso della foto (forse un fotoreporter dilettante), più che dimostrare la possibilità dei viaggi nel tempo dimostra come la moda torni ciclicamente, fenomeno noto a tutti.

Ovviamente lo scopo dell'articolo non è prendersela con Giacobbo, il quale deve già guardarsi dalla "temibile" concorrenza di Raz Degan e del suo Mistero. E certamente per ognuno dei particolari sopra descritti è possibile trovare una spiegazione più fantascientifica: poiché il tipo viaggia nel tempo, può benissimo aver regalato alla Stanwick gli occhiali che poi lei ha sfoggiato nel film, e magari ha mostrato la sua t-shirt a un'industria tessile che ha copiato l'idea dell'emblema e ha fatto un salto alla Kodak per lasciare il brevetto del design di un nuovo modello di fotocamera. Tutte cose che ha già fatto Scotty in Star Trek IV. Il punto è che nella ricerca della spiegazione di un fenomeno occorrerebbe liberarsi il più possibile di preconcetti e punti di vista, per analizzarlo alla luce di quello che si sa e che si può spiegare. Questo vale per la foto in questione, per il filmati degli UFO, per le apparizioni di fantasmi; ma anche per i miracoli, per la sindone, per fenomeni come il fachirismo, la levitazione e quant'altro. Alimentare il sogno e la possibilità di fantasticare su un'immagine o un'idea, è umano. Scambiarlo con la realtà può essere rischioso.