L'indiscrezione arriva da Vulture, il blog dedicato alla cultura dell'edizione online del New York Magazine, ed è di quelle che lasciano il segno. J.J. Abrams, uno dei nuovi re mida di Hollywood e dintorni, dopo Mission: Impossible III e Star Trek starebbe meditando di mettere a segno un altro colpo di grande effetto. Si tratterebbe di un nuovo progetto fantascientifico che vorrebbe essere un omaggio a uno dei suo miti e maestri, ovvero Steven Spielberg, il quale parteciperebbe anche alla realizzazione. Ma che soprattutto vorrebbe essere una risposta al super successo di Avatar.
Secondo fonti vicine all'entourage di Abrams, il regista avrebbe appena ultimato uno script per un nuovo film che si ispira ai primi lavori di Spielberg, quelli girati tra gli anni settanta e gli anni ottanta e che lo hanno fatto entrare nel firmamento hollywoodiano. Forse i migliori della sua carriera, a dirla tutta. Ci si riferisce a pellicole come Lo squalo, Incontri ravvicinati del terzo tipo, E.T. Tutti film nei quali, come anche in molti dei successivi, persone comuni dalla vita normalissima si trovano ad aver a che fare con eventi straordinari, in grado di sconvolgere non solo la loro esistenza, ma di trascinarli in altri eventi di portata planetaria. Abrams avrebbe intenzione di girare egli stesso il film, affidandosi alla Paramount per la produzione e distribuzione, e avrebbe tutta l'intenzione di far collaborare Spielberg al progetto. Le trattative sarebbero in corso a tutto campo e includerebbero anche la Dreamworks. Non è ancora chiaro se Spielberg parteciperebbe alla produzione o si limiterebbe a una consulenza sulla realizzazione: quel che sembra certo è che Abrams vuole che il suo "omaggio" (così lo ha definito) al regista di Cincinnati sia il migliore possibile, cercando un'approvazione per così dire preventiva sulla sua interpretazione dello spirito "spielberghiano".
Non sono trapelati dettagli sulla trama del film, e nemmeno su un'ipotesi di titolo. Probabilmente si vuole riprodurre lo stesso effetto di marketing che si è avuto al momento del lancio di Cloverfield. E proprio come quest'ultimo, il budget del nuovo film dovrebbe essere abbastanza ridotto e non superare i venticinque milioni di dollari, anche se è scongiurato il pericolo di un uso smodato delle videocamere palmari. Sempre secondo le stesse fonti, l'idea di Abrams sarebbe quella di realizzare una specie di anti-Avatar. Non certo perché Abrams disprezzi quel tipo di film con molti effetti speciali (e ci mancherebbe, visto che il suo Star Trek ne era colmo), ma perché, avendo molta voglia di realizzare questo progetto, preferirebbe essere più presente nella regia e delegare meno alla post-produzione.
Le riprese del film dovrebbero iniziare addirittura il prossimo autunno. Ovviamente sia Paramount che Dreamworks si sono affrettate a smentire tutto, dichiarando di non essere a conoscenza di alcun progetto simile. Ma anche del già citato Cloverfield si è smentito qualunque cosa fino quasi al momento dell'uscita. Di certo a Hollywood è scoppiata la moda delle collaborazioni, dopo quella tra Spielberg e Peter Jackson per il film su Tintin e quella di Jackson e Guillermo Del Toro per il il progetto di The Hobbit. D'altra parte ancora Spielberg collaborò con Stanley Krubrick per la realizzazione di A.I.: Intelligenza Artificiale, anche se poi il maestro inglese morì prima di realizzarlo. La questione però è un'altra. La fantascienza adrenalinica di Abrams al cinema non funziona troppo: la sua coraggiosa reinterpretazione dell'universo trekkiano è andata bene al botteghino ma è stata ignorata da tutte le manifestazioni che contano, al contrario del film di James Cameron che, pur mancando l'Oscar, ha fatto incetta di premi e soprattutto lo ha stracciato negli incassi. Stessa storia per Spielberg, che ha mantenuto il tocco nelle commedie (Prova a prendermi) e nei drammi (Munich), mentre sembra averlo un po' perso nella fantascienza. Minority Report, La guerra dei mondi, e lo stesso A.I., sono state occasioni più mancate che centrate. Anche l'ultimo capitolo della saga di Indiana Jones non ha certo fatto sfracelli. Sarà forse la voglia di rivincita a spingere l'inossidabile duo?
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