- Eccomi! - Proclama la figura incappucciata e mascherata dopo aver completato la “materializzazione”.- Mia cara Angelique… Per un istante temevo non ce la facesse…

- Se davvero mi conosce, conte Dragonis, sa che questo era impossibile.

- In verità, pensavo che si sarebbe tenuta la merce. Di recente le mie informazioni mi segnalavano che non era del tutto in sintonia con… Ma constato con piacere che l’anello del tele-trasporto di Apollonio di Tiana ha funzionato. Il cristallo aveva energia sufficiente per completare la sua missione.

Angelique estrae l’anello dal dito e lo scaglia ai piedi dell’uomo. - Dov’è mio padre??!

- Mia cara, non si alteri. È proprio sotto i nostri piedi. Io non vengo mai meno ai miei patti.

Un telecomando compare nelle mani dell’uomo e una sezione del ponte si ritira lasciando emergere una teca di vetro trasparente della grandezza di una cabina telefonica, con all’interno un uomo alto, elegante e di mezz’età, accasciato su alcuni cuscini come se stesso riposando.

- Che cosa gli ha…

- Niente paura. È solo l’effetto di un gas che gli impedisce l’uso del suo esp. Dovevo cautelarmi, no?! Avrà un po’ di emicrania per qualche ora.

- La sua durerà molto di più se non rispetterà i nostri accordi. Ecco quello che cercava…!! -

La destra di Angelique materializza la pergamena, con un gesto degno del più esperto prestidigitatore, e la depone con studiata lentezza sul tavolo di Dragonis.

- Le Stanze di Dzyan… - sussurra Dragonis, mentre lo sguardo gli si infiamma di un desiderio mai provato per nessun’altro oggetto o persona sulla faccia della Terra. Depone la sfera-cimelio e si alza protendendo le mani verso ciò che ha sempre desiderato. È in quel momento che lo scialle di Angelique si anima emettendo un lungo tentacolo di seta che colpisce Silla in pieno volto facendolo caracollare all’indietro come il diretto di un esperto boxeur.

Uuuuuuhn!

Angelique si dirige verso la prigione di suo padre, estraendo il nunchaku per infrangere il vetro, ma una forte scossa elettrica la scaglia per aria come un inutile bambola di pezza.

Zzzzzax!!

L’origine del doloroso trauma è un uomo di bell’aspetto e in abito da sera con indosso dei curiosi guanti di metallo dorato che crepitano come il rogo di una foresta, lo sguardo è quello di un bambino sadico che si diverte a strappare le ali delle farfalle. Non l’ha sentito arrivare. Incredibile. Al suo fianco compare un altro individuo, un fisico da culturista malamente imbrigliato da un maglione girocollo e pantaloni sportivi. Una barba folta ma ben curata e la mascella quadrata, che ricordano tanto lo Steve Reeves de Le fatiche di Ercole. È proprio quest’ultimo a sollevare Angelique con una sola mano, tenendola per la gola.

Nel frattempo Silla si è già rialzato e, con nonchalance, finge di spolverarsi la veste da camera mentre si gode la scena.

- Mia cara, le presento i miei due figli Bruto e Cassio. Hanno rapito loro suo padre. Mi affiancano in tutte le mie attività e mi proteggono da inconvenienti come questi. Bruto adora i giocattoli ad alta tecnologia come i guanti elettroshock che ha appena assaggiato. Cassio è un cultore della sanguinaria violenza che si praticava negli antichi ludi gladiatori, e apprezza particolarmente il suono delle ossa triturate dei suoi avversari. Certo, lei è una donna. Avrà il riguardo di farla soffrire il meno possibile.

Angelique ha irrigidito tutti i muscoli del collo, ma la pressione al collo la ucciderà comunque fra pochi secondi. La ladra-ninja si prepara a lanciare un disperato attacco psichico alla mente del suo avversario, anche se stordita dalla scarica elettrica e in debito di ossigeno. Ora o mai più.

Solo che non ne ha bisogno.