Un po’ Robocop, molto District 9 e un pizzico di Dragon Ball. Ricardo de Montreuil, creativo peruviano classe 1974, imbottisce d’azione i sei minuti del suo corto intitolato The Raven, fresco di pubblicazione in rete. La storia è semplice: il giovane Chris Black possiede un potere in grado di distruggere il regime, il quale a sua volta farà qualsiasi cosa per toglierlo di mezzo. Inizia l’inseguimento.
Pare che il corto sia riuscito già a destare l’interesse di ambienti hollywoodiani. E in effetti sembra fatto apposta, con scelte stilistiche che strizzano l’occhio alle mode degli ultimi anni, come la telecamera in spalla per movimentare l’azione. Le navi sospese nel cielo sembrano ispirate ad Alive in Joburg di Neill Blomkamp, mentre gli altri tecno-espedienti pescano dalla tradizione fantascientifica (cinematografica e non). Viene però da chiedersi come abbia fatto il regista a realizzare un filmato così carico di effetti speciali con soli cinquemila dollari, in pochi giorni, per le strade di Los Angeles.
Di certo non si tratta di un esordiente, perché de Montreuil, almeno oltreoceano e in particolare in America Latina, è già conosciuto. Ha firmato un lungometraggio drammatico, La Mujer de mi Hermano (2006), accolto tiepidamente dalla critica ma non dal botteghino (otto milioni di dollari l’incasso worldwide). Nel 2008 arriva il secondo film, Mancora, road movie sentimentale, carico d’atmosfera (a leggere i critici americani), ma con una distribuzione limitata.
Dunque de Montreuil prova l’incursione in un genere finora da lui poco battuto, nel tentativo di attirare l’attenzione di qualche grande produttore di Hollywood e dintorni. A voi giudicare se il regista ce la potrà fare o meno.
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