Come approcciare un'antologia di poesie scritte da autori di fantascienza? Lasciamo perdere il dibattito su cosa sia il Connettivismo. Il fatto innegabile è che ci sono delle persone che, senza troppe chiacchiere e distintivi, fanno. Lavorano sodo. Scrivono, girano video, compongono anche musica e, guarda un po', si piccano di scrivere versi.
Chi sono questi pazzi scatenati, guidati in questo progetto dal visionario Alex Tonelli?
Facciamo i nomi e possibilmente i cognomi.
In ordine di apparizione, che poi è un salomonico ordine alfabetico: Sandro Battisti, Filippo Carignani, Simone Conti, Gianluca Cremoni, Giovanni De Matteo, Paolo Ferrante, Christian Ferranti, Domenico Mastrapasqua, Marco Milani, Marco Moretti, Marco Raimondo, Alex Tonelli (sì, il curatore dell'antologia che partecipa anch'egli. Non si può?).
A presentare il tutto Guido Antonelli, un simpatico e colto signore che apparve come un miraggio, troppo "bello" per sembrare vero, ma lo era, durante la scorsa convention connettivista. Il signor Antonelli introduce il volume con un pezzo che da solo varrebbe già l'acquisto del volume. Pittore, saggista, promotore di convegni. È il fiore all'occhiello della raccolta. Senza offesa per nessuno.
Il sottoscritto non ha gli strumenti critici per abbordare la poesia, lo ammetto sinceramente. Vado sulla scorta delle emozioni suscitate, senza particolari analisi.
L'operazione concettuale è però notevole. A cercare di aiutare il lettore il curatore dell'antologia ha compiuto un notevole sforzo. Ogni poeta è presentato in modo dettagliato, con un'ampia scheda critica, che non vuole lasciare spiazzato il lettore di fronte al proponimento poetico del singolo autore. Lo scopo è bucare quello schermo che oggettivamente si pone tra lettore e poeta, in tempi in cui non si è più avvezzi a tale forma espressiva.
Personalmente mi hanno più colpito quei poeti la cui struttura è in realtà fortemente narrativa, per esempio Simone Conti. Curiose inoltre le destrutturazioni di Marco Raimondo. Lodevole il tentativo di Giovanni De Matteo di descrivere la poetica della matematica. Tonelli stesso compie una ricerca poetica densa di assonanze e musicalità. D'impatto è il lavoro di Marco Moretti, roboante di estetica astrofisica. Di passione fredda vive l'opera di Sandro Battisti. Narrativo è anche Filippo Carignani. Cremoni poi sfida Ungaretti e Ballard senza timori reverenziali. Ferrante è destrutturato, mentre Ferranti circonda il lettore con strutture ridondanti. Mastrapasqua si schiera sul fronte dei poeti narratori. Il più ambizioso Milani lascia al lettore il compito di inserire nel proprio vissuto i suoi versi Zen.
L'editore chiosa con una considerazione che rende il senso dell'operazione: "La poesia connettivista è come uno sciame di neutrini, invisibile, a bassissima interazione con il resto della materia, ma presente ovunque".
In realtà sembra che lo sforzo di comunicare al lettore ci sia, rendendo visibile anche il microscopico.
Ma l'opera letteraria, e quindi poetica, non è sempre analizzabile con strumenti da laboratorio. A ogni lettore il compito di trovare il "suo" fascio di neutrini.
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