Le storie dove l'umanità compie un lungo passo sulla tormentata strada dell'evoluzione si contano a decine, spesso una mutazione o un trattamento medico fanno emergere nelle nuove generazioni caratteristiche eccezionali e poteri mai sperimentati prima.
Meno comuni le opere dove a fare il salto non sono le nuove generazioni ma i vecchi; in La connessione Erdmann, vincitore del premio Hugo 2009 per la categoria romanzo breve, Nancy Kress sviluppa proprio questa intrigante idea.
La storia si sviluppa quasi interamente nel Saint Sebastian, una casa di riposo per ultraottantenni, il personaggio principale è Henry Erdmann, un fisico nucleare abbastanza vecchio da aver lavorato con Oppenheimer e Teller allo sviluppo dell'arsenale atomico statunitense; una serie di strani fenomeni lo porta a pensare che la sua mente, sulla quale ha sempre fatto affidamento, stia per abbandonarlo, eventualità che lo terrorizza.
Ma lo scienziato scopre ben presto che le "onde shock", così ha chiamato lo strano fenomeno, non hanno colpito solo lui ma anche altri ospiti dell'ospizio e, cosa ancora più strana, sembrano essersi manifestate nello stesso momento.
Erdmann si rende conto che alcuni fatti molto strani sembrano concomitanti con gli episodi di straniamento mentale, questo sta attirando sul Saint Sebastian l'attenzione della polizia e, cosa ben peggiore, indica l'azione di forze mentali apparentemente senza alcun controllo.
Con sgomento lo scienziato si rende conto di essere al centro di qualcosa di vastissimo e potenzialmente devastante, un potere immenso che rischia di scatenarsi devastando l'intero pianeta, e lui non riesce a immaginare un modo per mettere fine a tutto questo.
Quello che Erdmann non immagina è che ormai il destino del mondo è legato alla scelta di centinaia di migliaia di persone, vecchi come lui in procinto di affrontare una scelta mai sperimentata dall'umanità.
Come in molti romanzi di Nancy Kress il miglioramento delle capacità psichiche e/o fisiche della razza umana è al centro di questa storia, ma stavolta non si tratta di progressi biologici permessi dalla scienza.
Il cambiamento avviene a partire da un catalizzatore, Henry Erdmann, ma avviene come una reazione di fissione atomica, che inizia semplicemente al raggiungimento di una certa massa critica, senza che nessuno debba (né possa) guidarla.
Non originalissimo, come tema, ma l'autrice disegna la storia in modo perfetto, creando una serie di personaggi ben delineati, accanto a Erdmann ci sono Carrie Vesey, assistente agli anziani perseguitata dal marito, la ballerina Anna Chercov, il dottor DiBella, i poliziotti Vinci Geraci e Tara Washington, oltre a vari ospiti dell'ospizio, ciascuno con le sue peculiarità e manie.
Ancora una volta Nancy Kress si dimostra scrittrice di classe, in grado di creare una storia viva e interessante, con un finale probabilmente differente da quello che si aspetta il lettore.
Tuttavia, come rilevato da Salvatore Proietti nell'introduzione, La connessione Erdmann avrebbe meritato maggior respiro, è vero che il finale non è affatto scontato, ma da l'impressione di essere affrettato, quasi che l'autrice volesse raggiungere la parola "fine" il più velocemente possibile.
Altro punto poco convincente sono le parti dedicate alla misteriosa entità che si sta avvicinando alla Terra, nell'economia del romanzo pesano zero, nel senso che evitando di leggerle non si perde nulla.
Questi difetti non influiscono molto sul piacere della lettura, siamo davanti a una delle migliori storie raccontate da Nancy Kress, e probabilmente verranno risolti in un prossimo ampliamento dell'opera, ma le impediscono di raggiungere la dimensione di capolavoro, La connessione Erdmann resta "solo" una piacevolissima storia.
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