Tu sei autore anche di alcuni romanzi per ragazzi di ambientazione storica e fantastica, tra cui Le parole magiche di Kengi il pensieroso (Piemme, 2002) e Il segreto dello scriba (Piemme, 2004) e un romanzo storico, il recente Il magico mondo di Honn (Gruppo Albatros, 2009). Come è nata questa tua carriera parallela, che tra l'atro sappiamo essere ricca di soddisfazioni?
La mia "carriera" ha seguito un andamento curioso e imprevedibile. Io sono uno scrittore per adulti. Ma, a causa di alcune circostanze fortuite, sono riuscito a mettere piede nel mondo dell'editoria "di prima fascia" solo grazie a un romanzo per ragazzi, Kengi, appunto, che rappresenta a tutt'oggi il mio più grande "successo" a livello di vendite. Dico questo con gioia, ma anche con un po' di rammarico. Sia Kengi che "Il segreto dello scriba" sono stati pubblicati in Italia da Piemme, poi tradotti e pubblicati all'estero. Ma, mentre Kengi ha avuto un buon successo, sia in Italia che altrove, "lo scriba" ne ha avuto molto meno, purtroppo. Il romanzo per adulti che ho scritto successivamente è ancora nelle mani del mio attuale agente letterario che, pur continuando a dichiararsi entusiasta del lavoro, non si decide a sottoporlo agli editori per paura di bruciarlo a causa della crisi economica imperante. Quindi, in sostanza, a tutt'oggi rischio d'essere conosciuto come uno scrittore per ragazzi, mentre io mi sento (a torto o a ragione) uno scrittore per adulti. Spero che le cose cambino, magari proprio con "Il segreto di Kregg". In quanto poi al perché mi sia dedicato alla letteratura per i più giovani la risposta è semplice. Kengi (pensa un po') doveva essere solo una specie di "prova generale" in vista di un successivo romanzo per adulti. Volevo scrivere un racconto ambientato nella civiltà sumera e sentivo la necessità di mettere alla prova le mie conoscenze storiche, prima di gettarmi nell'impresa. Così ho pensato di farlo attraverso un romanzo per ragazzi, meno impegnativo. È andata a finire come sai. È proprio vero che la vita è imprevedibile.
All'ultimo Premio Robot, un tuo racconto Defender (che Delos ha avuto il piacere di ospitare sulle sue pagine), è arrivato in finale. Ora è arrivato il Premio Odissea con Il segreto di Kregg. Possiamo dire che Paolo Lanzotti è ritornato alla fantascienza?
Se io fossi superstizioso farei finta di non aver letto questa domanda. Poiché non lo sono, ti rispondo di sì: sembra che Paolo Lanzotti sia tornato alla sf, se non a tempo pieno, almeno con l'intenzione di rimettersi in gioco seriamente. Tremate! Tremate!
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