Questo film di Tim Burton, con la sceneggiatura della Woolverton, è stato una piacevole sorpresa. La storia è assolutamente nuova: la protagonista femminile non sposa il bell'Antonio di turno per mettere al mondo tanti bei bambini urlanti (non c'è nulla di sbagliato in questo, solo se viene presentato, come in tanti film, come l'unico vero destino di una donna); il bell'Antonio non combatte al posto suo ma è lei che combatte per se stessa e per il bene comune, quindi è lei ad agire in prima persona, non è un personaggio passivo; l'eroina non viene mai sminuita perché donna, anzi le esperienze della storia la fanno crescere e trasformare in una donna adulta in grado di decidere per se cosa fare nella vita e questo viene visto con una luce positiva nel film; soprattutto l'eroina non muore alla fine del film come succede in tante storie in cui lei non accetta il ruolo che le viene imposto dalla società, anzi il suo essere ribelle viene esaltato.Posso dire con una certa gioia che siamo di fronte a un film femminista, come ce ne sono pochi oggi. Solo un artista contro-corrente e rivoluzionario come Tim Burton poteva realizzare un'opera simile, grazie anche al lavoro dietro le quinte di donne come Linda Woolverton che è riuscita a scardinare dalla sua storia tutti i vecchi cliché sulle donne usati nel cinema.
Alice in Wonderland, o la via femminile all'eroismo
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Rubrica Lo Spazio delle Donne
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