Si sa. Il fandom è stato determinante per la fortuna di Star Trek. Non solo perché a fine anni '60 riportò in vita il marchio con vigorose proteste in seguito alla cancellazione delle serie dopo solo tre stagioni, ma anche perché ha prodotto materiali che negli anni ne hanno alimentato il mito.
Oltre agli innumerevoli romanzi tie-in (in cui si sono cimentati anche autori riconosciuti a livello mondiale fra cui Greg Bear, Joe Haldeman e James Blish), videogiochi, fumetti, graphic novel, esiste un vasto sottobosco di produzioni più o meno amatoriali direttamente collegate a Star Trek. Alcune delle quali hanno raggiunto anche una certa notorietà, come nel caso di Star Trek: Phase II (primo episodio nel 2004), web series auto-finanziata da James Cawley, responsabile dei costumi nella serie originale e in Star Trek: Next Generation (1987 – 1994). Fra l'altro la produzione sta tornando all'opera con un nuovo episodio dal titolo provvisorio Origins, la cui regia è affidata a David Gerrold, che aveva già firmato il doppio episodio Blood and Fire (2008, 2009), il quale fece un certo rumore per l'introduzione di una copia gay sull'Entreprise. Il suo equipaggio rimane in gran parte quello originale con i vari Kirk, Spock e McCoy, anche se ovviamente gli attori sono ben altri. Curiosamente Origins tratterà della gioventù del James T. Kirk e dei motivi che l'hanno spinto a viaggiare nello spazio, per cui sarà interessante capire in che rapporto si porrà con il film di JJ Abrams, dove venivano affrontati gli stessi temi. Le riprese inizieranno in estate a New York.
A proposito del film di Abrams, e nella lunga attesa che veda la luce sua prossima fatica ambientata nell'universo trekkiano (bisognerà aspettare fino al 2012), c'è qualcuno che ha messo in discussione il finale del primo lungometraggio. Il simpatico sito howitshouldhaveended.com ha postato qualche giorno fa la sua “versione dei fatti”. Il finale della breve clip è tutto da gustare, per cui non preannunciamo niente, se non che il filmato è un ulteriore esemplare di quel filone demenziale il cui “massimo” esempio è senz'altro Star Wreck: In the Pirkinning, produzione finlandese amatoriale (ben sette anni di lavoro, 1998 – 2005), dove si narrano le vicende del capitano James B. Pirk, autoproclamatosi imperatore della terra, le cui ambizioni di espansione lo portano attraverso un tunnel spaziale e allo scontro con il capitano Sherrypie (letteralmente “torta allo sherry”) e la stazione spaziale Babel-13 (storpiatura di Babylon 5). Anche nello Star Trek di howitshouldhaveended.com c'è un tunnel spaziale.
E indovinate chi c'è dall'altra parte...
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