Nonostante un esordio quasi in sordina a fine anni Ottanta e il continuo cambio di rete degli anni successivi (la serie viene prima trasmessa da Italia 7 per alcune puntate, per poi passare, negli anni successivi, su Canale 5, Rete 4 e Italia 1), le Tartarughe riescono a fare breccia nei cuori dei bambini italiani, divenendo uno dei cartoni più popolari del periodo fine anni Ottanta/inizio anni Novanta e scatenando la diffusione di un vasto merchandising comprendente, tra l’altro, articoli per la scuola, costumi da carnevale, album di figurine e videogiochi destinati ad alcune delle prime consolle create dalla Nintendo (NES a 8 bit, il primo Game Boy e il Super Nintendo a 16 bit) e dalla Sega (il Mega Drive a 16 bit).
La popolarità internazionale di questo cartone è tale che, tra il 1990 e il 1992, vengono realizzati anche tre film per il grande schermo (Tartarughe Ninja alla riscossa, 1990 di Steve Barron; Tartarughe Ninja II: Il segreto di Ooze, 1991, di Michael Pressman; Tartarughe Ninja III, 1992, di Stuart Gillard) dove le Tartarughe vengono interpretate da quattro attori con indosso dei costumi. Tuttavia è proprio con l’arrivo nel nostro paese del primo film (il migliore dei tre prodotti negli anni Novanta), che nei fan italiani iniziano a formularsi numerosi interrogativi e dubbi sul perché esistano tante differenze tra la serie animata e quella pellicola, dovute ad un diverso approccio con quella che è la vera storia originale delle Tartarughe, il fumetto creato nel 1984 da Kevin Eastman e Peter Laird, pubblicato negli USA da Mirage Studios.
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