- La nostra sola possibilità di rintracciare un tunnel iperspaziale utile, per tornare in un settore conosciuto, è scoprire se quelle stelle fanno parte effettivamente del quadrante di Tolgrin -, rispose la donna, fissando con palese disprezzo l’anziano archeologo, poi continuò: - dovremo puntare verso la più grande di quel gruppo di stelle e fare una schedatura dettagliata dei sistemi visibili da quella prospettiva. Se ho ragione a quel punto avremo le coordinate necessarie per tornare indietro…- E se ha torto, tenente? -, chiese con sarcasmo Toubré.La prevedibile replica stizzita della Rosmini venne bloccata sul nascere dal messaggio proveniente dalla sala comandi: - Comandante, la pattuglia è tornata dalla perlustrazione nella fascia asteroidale, hanno intercettato un manufatto sopra uno degli asteroidi, lo hanno agganciato e portato nell’hangar delle merci.Caretti ordinò che il rapporto della pattuglia gli venisse fornito al più presto, poi sciolse la riunione, fissandone un’altra otto ore standard più tardi, per consentire alla squadra di riposare.

 

Due ore dopo, negli alloggi dell’ammiraglio, Giulia uscì dalla doccia e si avvicinò a Caretti, seduto accanto a un tavolino dove una bottiglia di grappa e un bicchiere vuoto facevano compagnia ai suoi pensieri.

- Dovresti bere di meno, tra poche ore avremo una nuova riunione -, gli disse Giulia, vestendosi.

- Non resti a dormire con me? -, chiese lui, riemergendo dal limbo delle sue riflessioni.

- No, altrimenti finisce che non mi fai chiudere occhio… -, rispose il tenente Rosmini, sorridendo maliziosa.

- Voglio essere in forma per controbattere quello spocchioso di Toubré… e poi sono offesa perché non hai voluto dirmi nulla del rapporto sul manufatto -, continuò ironica, prendendo la bottiglia e riponendola nel mobile bar.

- Devo ancora ricevere il rapporto dei tecnici incaricati di esaminarlo, saprai tutto appena possibile -, disse Caretti, accompagnandola alla porta.

- D’accordo, allora buonanotte signor comandante, vai a dormire subito -, sussurrò Giulia, sfiorandogli le labbra con la lingua.

- Agli ordini, tenente Rosmini -, rispose lui sorridendo.

Sei ore dopo, lo studio dell’ammiraglio era di nuovo gremito di tecnici e militari, raccolti attorno al tavolo ovale, ad ascoltare il resoconto di Caretti sul ritrovamento.

- …Il manufatto è chiaramente di origine terrestre, porta le insegne dell’aviazione inglese, il professor Toubré, che lo ha studiato su mia richiesta, ritiene risalga a cinquecento anni fa, con uno scarto massimo di trenta anni. I tecnici hanno verificato l’esistenza di due ambienti, quello più esterno è vuoto, non si rileva presenza d’aria né di strumenti, fatta eccezione per una cabina contenente le registrazioni di bordo. La camera interna invece presenta piccole tracce di anidride carbonica, segno che in passato conteneva aria, e una o due masse non identificate. Ho dato ordine ai tecnici di aprire il comparto esterno e di scaricare le informazioni degli strumenti di bordo, che sembrano ancora funzionanti.

- E la camera interna, quando potremo esaminarla? -, chiese Toubré, eccitato.