Su tutti brillano i due romanzi brevi, entrambi i quali comprimono in cento pagine sfondi

Ma la SF di Sandrelli potrebbe garantire un’altra raccolta di alto livello, resa attuale dalla scrittura vivace, spesso vorticosa. Limitiamoci qui, solo alle antologie, anche se molti racconti pubblicati solo su riviste come Interplanet e Oltre il Cielo meritano una rilettura. Nei Ritorni la galleria dell’assurdo trova nuove varianti: la violenza in Il cagnolino; il solipsismo in Il Gah; la follia e i giochi nel tempo di Il fabbricante di pioggia; fino alle surreali conclusioni riservate alle odissee dei ricercatori protagonisti, con i loro sogni di onnipotenza, di Due o tre Cantorp con la ricerca della quarta dimensione, e Il polipo musicante, in cui la creazione del biologo spopola l’Inghilterra. In Caino, La perla e l’ostrica è quasi un Truman Show cosmico, senza la tv ma con uno spettatore metafisico – un occhio nel cielo – che non sarebbe dispiaciuto a Dick; invece, La doccia scozzese è un’incursione nell’incubo, con il duello alla morte sul pianeta alieno; mentre l’infinita moltiplicazione di sé, nel nome della megalomania, di Lucilla e la fine del mondo dà un’originalissima versione al tema della distruzione globale; in L’uomo nuvola e Primavera su Cinque l’assurdo perde ogni freno, mentre Il pipistrello e il direttore e Questo tragico gioco sono omaggi comici e ironici al repertorio dell’immaginario fantascientifico, che Sandrelli conosceva fino in fondo.
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