Lwaxana viene caratterizzata come una donna di mezza età in menopausa con gli ormoni impazziti che è fonte di profondo imbarazzo per la figlia, perché corre dietro ai begli ufficiali della flotta, crea fastidio in tutti esprimendo ad alta voce giudizi sulle persone e le altre specie che sarebbe stato meglio tenere per se, il tutto condito con commenti derivanti dalle sue percezioni telepatiche che tendono a mettere a nudo i pensieri più intimi degli altri in una aperta violazione della privacy. Il tono degli episodi in cui Lwaxana appare è quello di una commedia con elementi di parodia portati fino al grottesco, di cui la vittima è proprio lei, che viene messa alla berlina con tutti i cliché possibili sulle donne di mezza età. Nel tentativo di creare degli interludi divertenti hanno creato invece una serie di pessime storielle misogini. Se mia madre fosse trattata in questo modo mi sentirei profondamente offesa. Oltretutto questo è l'unico esempio di una relazione madre-figlia che viene dato in TNG, ed è basato interamente sull'imbarazzo, il conflitto e il fastidio, mentre in altri episodi il rapporto padre-figlio o padre-figlia (Worf-Alexander negli episodi New Ground, Ethics, Cost of Living, A Fistful of Datas, Rascals, Firstborn e poi in DS9: Sons and Daughters, You Are Cordially Invited, Penumbra; e Data-Lal in The Offspring) viene sviluppato con dignità e rispetto per i sentimenti. Per fortuna il personaggio nel corso degli anni è stato un po' approfondito, anche se non troppo, giusto in modo da renderlo leggermente più accettabile, forse grazie al fatto che il personaggio era interpretato da Majel Barrett.
Un discorso a parte merita la regina Borg (interpretata alternativamente dalle due attrici Alice Krige e Susanna Thompson), apparsa per la prima volta nel film First Contact e poi resuscitata negli episodi di Voyager, Dark Frontier, Unimatrix Zero parte I e II e Endgame. Negli episodi di TNG in cui i Borg appaiono, essi vengono presentati come asessuati e androgini, ma poi nel film per esigenze narrative si è deciso di creare la figura di una regina affinché il pubblico potesse associare più facilmente l'immagine dei Borg con quella di un alveare di insetti governato da un'ape regina. Se quindi all'inizio la civiltà Borg rappresentava semplicemente il lato oscuro della tecnologia che conduce ad un collettivismo forzato, disumanizzante e agghiacciante, nel film a questo tema viene affiancata la paura degli uomini per le “donne nuove”. La regina Borg viene rappresentata come un'amazzone mostruosa che incute timore, ma affascina allo stesso tempo, e che pretende di assumere caratteristiche “maschili” come la forza, l'iniziativa, il potere, l'indipendenza. Per questo motivo deve essere fermata e distrutta. E comunque la regina è molto stereotipata, e richiama alla mente le terribili vamp degli anni Quaranta ricche di bellezza, fascino, voluttuosità, capaci di manipolare gli altri e di comandare, con la pretesa di essere auto-referenziali e non soggette a nessun'altra autorità. Il modo di fare e di parlare della regina Borg richiama alla mente anche certe fantasie maschili feticiste, che la pongono immediatamente come oggetto sessuale. Ma allo stesso tempo questa rappresentazione mostruosa della donna, oltre ad esprimere l'ansia e la paura del maschile verso la potenza femminile e la sua sessualità, può essere interpretata dal pubblico femminile come la possibilità di rifiutare le caratteristiche femminili codificate culturalmente (passività, empatia, compassione, amorevolezza, disponibilità ecc.) e di seguire un nuovo modo di essere, un modo attivo, pieno, completo, indipendente e aggressivo (questo non è certo un invito a diventare una regina Borg, ma piuttosto a far uscire dall'interno di ognuna di noi le capacità che tutte abbiamo e che la regina Borg ha utilizzato al massimo grado). La regina Borg ha superato la sua programmazione iniziale di semplice drone e si è trasformata nella guida per il suo collettivo di esseri cyborg, sfuggendo poi di mano agli sceneggiatori dato che il pubblico femminile se ne è appropriato e l'ha reinterpretata in modo autonomo e diverso. Cosa c'è di più catartico e di liberatorio di questo personaggio?
Star Trek: The Next Generation ha sicuramente fatto grandi progressi nella rappresentazione delle donne, ma la serie è rimasta comunque ancorata a concetti tradizionali riguardo alla loro sfera d'azione, essendo limitate in ruoli di cura degli altri e di supporto degli eroi uomini. Come spesso accade i produttori si spaventano delle proprie creature, temono che gli si possano ritorcere contro e quindi se inizialmente fanno un passo in avanti, poi si pentono e ne fanno due indietro, come i gamberi. Il risultato è che personaggi femminili potenzialmente innovativi e carismatici vengono ridotti di importanza e rimessi “al loro posto”, quello che secondo molti compete a tutte le donne, cioè dietro i grandi protagonisti uomini. L'eccezione è rappresentata da alcuni rarissimi personaggi, sfuggiti al controllo della produzione, che il pubblico è riuscito a reinterpretare autonomamente e che sono rimasti nel cuore di tante donne trekker.Vita lunga e prosperità
Qaplà o qualsiasi altro saluto alieno voi preferiate
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