La poesia è da sempre l’avanguardia delle espressioni meramente umane, ma troppo spesso si è spinta troppo in là, in quella sfida della poesia verso territori dove la comprensione umana non è mai giunta, spesso tramite sperimentalismi così inesplicabili da configurarsi, a volte, solo come vani tentativi, spari in un mucchio supposto come esistente: questa sfida saprà essere raccolta dal postumanismo? La postumanità riuscirà a rendere più vicini i lembi del vastissimo mondo che gli umani indagano da sempre, senza davvero venirne a capo in modo essenziale, o ragionato? Il postumano saprà mettersi in gioco e giocare* con l’essenza in modo tale da divenirne di nuovo il supremo custode?Non avrebbe senso, ora, provare a scrivere o percepire, o anche immaginare un distico postumano: sarebbe un semplice esperimento distante anni luce dalla ipotetica realtà del futuro. Eppure, il fascino di una stringa di codici o di una dimostrazione caotica, anche di un Principio di Heisenberg, possono dare un lontano senso di magia, di trasporto, un navigare nelle pieghe del nostro continuum spaziotemporale che ha del sapido, un brivido lungo eoni. Sono movimenti effettuati alla periferia di un mondo che sa essere variegato e vitale nel suo centro, una sarabanda di colorite usanze che non è detto si possano trovare ovunque; è utile, però, e riempiente pensare a ogni declinazione vitale di questo nostro universo, di questa nostra casa, con un criterio che recupera la magia senza prescindere dalla scienza, purtroppo soltanto descrittivo, non esplicativo, che potrebbe portare a ipotesi bassamente poetiche come queste:

Spostando i termini umani un po' più in là, ritrovo la correzione di rotta fin dentro alle mie sinapsi, e la visione che ho del continuum mi rende connesso.

Il riflusso sembra ascendere verso la noia postumana, brandelli di verità che portano o all'estinzione o al superamento biologico.

È la sensazione del futuro che ci attende, ma senza il possente bagaglio della cultura umana sarà inutile affrontarlo: la poesia e le sofisticazioni dell’esprimersi dovranno esserci, e la loro forma ci stupirà, ma ciò apparirà come un tutt’uno con ciò che siamo stati, nessuna operazione di purga storica potrà avere successo. La nostra eredità umana peserà ancora a lungo, anche se rimarrà nascosta nelle pieghe di un linguaggio che verrà e che non sappiamo.