Il Physarum polycephalum, spesso definito come melma policefala, è una muffa melmosa appartenente al clade Amoebozoa (phylum Mycetozoa, classe Myxogastria), che prospera in ambienti ombreggiati, freschi e umidi, come le foglie in decomposizione e i tronchi.

Una semplice muffa? No, un signor progettista, in grado di costruire una rete di comunicazione o di trasporti. In uno studio condotto da ricercatori anglo-nipponici e pubblicato su Science, viene spiegato come questa muffa possa aiutare a migliorare i sistemi tecnologici e in particolare la progettazione di computer e reti di comunicazione mobile più efficienti e resistenti a guasti.

"Alcuni organismi crescono sotto forma di rete interconnessa secondo una strategia di approvvigionamento che consente loro di scoprire e sfruttare nuove risorse," osserva Atsushi Tero della Hokkaido University, direttore della ricerca. "Physarum è un grande organismo ameboide unicellulare che si alimenta da fonti di cibo distribuite nell'ambiente. Esso è in grado di trovare il cammino più breve in un labirinto o di collegare in modo efficiente differenti punti di alimentazione con una lunghezza totale ridotta che minimizza la distanza fra coppie di fonti e con un elevato grado di tolleranza a eventuali disconnessioni."

L’idea di base dei ricercatori è semplice: visto che questa muffa è stata oggetto di un'innumerevole serie di cicli di selezione evolutiva, una formula basata sulle sue abitudini di raccolta del cibo poteva fornire indicazioni per la progettazione di una rete di comunicazione e di trasporti più efficiente e adattativa.

I ricercatori hanno messo dell’avena su una superficie umida in posizioni corrispondenti ai centri urbani attorno alla città di Tokyo, lasciando crescere la muffa al di fuori del centro (Tokyo). Osservandone la crescita hanno scoperto che la formazione di una rete, che per efficienza, realizzabilità e costi era equiparabile all’attuale infrastruttura del sistema ferroviario dell'area della capitale giapponese. Gli studi hanno portato a scoprire il meccanismo che consente alla muffa di approvvigionarsi in modo così efficiente e a incorporarlo in un modello matematico.

"Il modello cattura la dinamica fondamentale dell'adattabilità di una rete attraverso l'interazione fra regole locali e produce reti con proprietà confrontabili o superiori a quelle delle nostre reti infrastrutturali. Il lavoro di Tero fornisce un convincente esempio di come modelli matematici ispirati alla biologia possano fornire sistemi tecnici dotati di caratteristiche essenziali dei sistemi viventi, utili soprattutto in campi come la computer science," ha scritto Wolfgang Marwan della Otto von Guericke University, in Germania, in un commento al lavoro pubblicato sempre su Science.

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