A parte un racconto di qualche anno fa Matthew Hughes, autore anglo-canadese abbastanza noto oltreoceano, è praticamente sconosciuto in Italia.
Odissea Fantascienza colma la lacuna presentando un suo romanzo basato su un'idea affascinante: in Guth Bandar Esploratore della noosfera il vero protagonista è l'inconscio collettivo dell'umanità.
Il romanzo è ambientato in un lontanissimo futuro, il sole arancione illumina una Terra dove tutto è stato scoperto, classificato, catalogato, archiviato e qualche volta dimenticato.
Guth Bandar è un giovane che muove i primi passi come studente dell'Istituto di Ricerca Storica, istituzione che ha il compito di esplorare e studiare la noosfera, l'immenso e indefinito universo formato dall'inconscio collettivo dell'umanità, un luogo meraviglioso ma pieno di pericoli del tutto reali.
Bandar capisce subito che la sua carriera non sarà facile, una missione su un lontano pianeta lo porterà a fare una scoperta eccitante, ma anche a essere messo temporaneamente in disparte, per motivi di convenienza politica.
Ripresa faticosamente la carriera accademica Bandar trova sulla sua strada Didrick Gabbris, giovane e arrogante concorrente, che cerca con tutti i mezzi di superarlo, anche ricorrendo a mezzi non del tutto leciti.
Ma la rivalità con Gabbris non è il maggiore dei problemi che si trova ad affrontare il protagonista, con sgomento egli si rende conto che l'inconscio ha consapevolezza di sè stesso, e peggio ancora intende usarlo per i suoi scopi misteriosi.
Questo cambia totalmente la vita del giovane, che si trova a dover fronteggiare un'entità terribilmente potente, i cui scopi non riesce a comprendere.
Sarà nella Distesa, una vasta pianura residuo di una fallita invasione aliena della Terra, che Bandar giocherà l'ultima partita con il padrone della noosfera, in palio il futuro stesso della Terra.
La noosfera è un concetto grandioso e affascinante, che permette a Hughes di far vivere al coraggioso Bandar qualunque tipo di avventura: un semplice passaggio, aperto emettendo una serie di note, può dividere un deserto percorso da carovane da un vulcano in eruzione o da un mare ghiacciato.
Personaggi di ogni tipo popolano questi luoghi, semplici comparse di basso livello o potenti archetipi, protagonisti di favole o episodi storici, divinità di ogni ordine e grado, accomunati solo da un particolare, l'estrema pericolosità: per un noonauta è sempre presente il rischio di essere assorbito e scomparire per sempre nel gran mare dell'inconscio umano.
In certi momenti il ritmo delle avventure di Bandar diventa frenetico, i passaggi tra Eventi, Situazioni e Paesaggi presentano nuovi pericoli a ritmo continuo, comprensibile che la rivista canadese Quill and Quire abbia paragonato questo romanzo a un videogame, da cui è difficile staccarsi.
Questo è però anche un limite, i continui cambi di scena possono risultare stancanti, anche considerato che il romanzo nasce dall'unione di sei diverse storie, leggendole singolarmente l'effetto ottovolante si attenua parecchio.
Naturalmente chi ama i romanzi pieni di colpi di scena adorerà quest'opera, agli altri consiglio una breve pausa alla fine di ogni capitolo, che costituisce una storia a sé stante.
L'ultima parte, occupata da una storia lunga, è la riscrittura, raccontata da un punto di vista differente (Boro Harkless è il protagonista, Bandar uno dei comprimari), del romanzo Black brillion, inedito in Italia, qui il ritmo rallenta, il maggior respiro consente alla vicenda di svilupparsi, almeno sino alla veloce parte finale, con calma.
Doveroso un accenno al legame tra Hughes e Jack Vance, evidente a partire dall'ambientazione: l'Arconato domina una Terra nel periodo immediatamente precedente a quello del ciclo della Terra Morente, e numerosi sono i richiami alle storie dell'autore californiano.
Non siamo però di fronte a un pedissequo imitatore, a un Vance senz'anima, le storie di Bandar sono originali e divertenti, forse non quanto quelle del maestro, ma si sa che i modelli sono irraggiungibili per definizione.
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