Contemporaneamente e parallelamente allo sviluppo del film, James Cameron ha seguito personalmente anche lo sviluppo del videogioco ad esso collegato, della cui realizzazione si è occupata la francese Ubisoft. James Cameron’s Avatar: The Game, uscito in Italia all’inizio di dicembre, nella sua versione definitiva presenta la stessa innovazione del film, ovvero un utilizzo spinto del 3D stereoscopico. In realtà non è il primo gioco in assoluto a offrire questa possibilità, ma è il primo a promettere che la tridimensionalità costituisce un elemento integrato al gameplay. Ciò significa che è possibile utilizzare l’ambiente di Pandora, il pianeta su cui è ambientato il film, nelle meccaniche del gioco, con un realismo dato dal rilievo prospettico degli oggetti e che viene descritto, da chi ha avuto modo di provarlo, come qualcosa di fenomenale.
Occorre però dire subito che per poter sfruttare appieno il 3D non bastano i classici occhiali polarizzati, ma serve anche un televisore (o un monitor) di ultimissima generazione, con un frequenza di aggiornamento dello schermo molto elevata. E che, soprattutto, è molto costoso. Questo limita di fatto la possibilità di godere pienamente dell’innovazione tecnologica che Avatar si porta in dote dalle idee di Cameron. Inoltre la tridimensionalità è prevista solo nelle versioni PC, Xbox e PS3; i possessori di Wii e delle altre console per il cui il gioco è rilasciato possono fruire “solo” della normale versione bidimensionale, così come tutti coloro che non hanno voglia di investire nell’acquisto di hardware decisamente oneroso.
Ad ogni modo, anche in visione normale, Avatar sembra promettere molto in termini di profondità e divertimento. Il gioco non riprende la trama del film ma racconta delle vicende parallele, che si sviluppano in una serie di missioni. Il giocatore è chiamato da subito a scegliere in quale fazione vorrà stare, se dalla parte dei Na’vi o dalla parte della Corporazione RDA. Sono disponibili diverse classi di personaggi, sia umani che alieni, ognuno dotato dei propri punti di forza e di debolezza. Il soldato umano può calarsi in un Avatar-Na’vi, svolgendo parte delle sue missioni sotto forma di alieno blu, mentre ovviamente non è possibile il contrario.
Una delle caratteristiche del gioco consiste nella sua capacità di mescolare i generi, cercando così di accontentare tutti i palati. Se infatti all’inizio si tratta di un normale sparatutto in terza persona, man mano che si procede nel gioco e si compiono le missioni, il nostro alter ego digitale acquisisce punti che sbloccano nuove abilità, come è classico nei giochi di ruolo. Le stesse missioni richiedono di volta in volta il raggiungimento di determinati obiettivi, per il raggiungimento dei quali è necessario interagire con un vasto numero di personaggi non giocanti (NPC), trasformando il gioco in un adventure. Infine, come colpo a sorpresa, raggiunto un determinato livello di abilità diventa disponibile la Stanza della Guerra: si tratta di un centro strategico nel quale il giocatore ha sotto gli occhi l’intera mappa del pianeta, suddivisa in zone d’influenza Na’vi e RDA. Da questa mappa è possibile creare eserciti, dotarli di armi e fortificazioni, pianificare tattiche di conquista o difesa del territorio e verificare i risultati nel passaggio successivo, come nel più classico degli strategici a turno stile Risiko.
Le qualità di gioco d’azione non vengono però mai smentite. La dimostrazione sta nel numero veramente enorme di armi a disposizione: più di sessanta complessivamente tra le due razze. Sono previste armi da fuoco di tutti i generi per gli umani, mentre i Na’vi, a parte archi e frecce, hanno a disposizione soprattutto armi per lo scontro corpo a corpo (bastoni, asce, spade e quant’altro). Ciò determina il diverso stile di combattimento delle due fazioni: mentre per gli umani si tratta di usare a fondo l’arsenale per fare strage di qualunque cosa vivente gli capiti a tiro, lo stile dei Na’vi si avvicina al combattimento tipico dei picchiaduro, introducendo così un ulteriore modalità di gioco.
Non mancano i mezzi da utilizzare. Per gli umani si va dai Mech alle jeep agli elicotteri, tutti pesantemente corazzati e armati, mentre gli indigeni possono entrare in simbiosi con quasi tutte le creature di Pandora, controllando così i giganteschi felini come i rettili volanti e numerose altre creature da scagliare contro gli uomini. In realtà è l’intero pianeta a costituire un’arma contro i soldati della RDA: fin da subito infatti ogni cosa vivente di Pandora, dalle piante carnivore agli insetti agli animali feroci si oppone ai soldati con ogni mezzo, costringendoli a scontri costanti e piuttosto frenetici senza mai un attimo per allentare la tensione. Il livello di adrenalina resta quindi piuttosto alto, e questo alla lunga può però rivelarsi uno schema piuttosto ripetitivo.
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