Ritornano le avventure di Earl Dumarest, solitario eroe alla ricerca della Terra, la patria perduta da ragazzino, pianeta leggendario alla cui esistenza ben pochi credono.
Quattro prigioni per Dumarest è il terzo capitolo di uno dei più lunghi e acclamati cicli fantascientifici, nato dalla fantasia di E. C. Tubb, quattro storie (di cui tre inedite in italia) che ci porteranno tra nuovi pianeti e antichi pericoli, approfondendo la conoscenza dello sterminato universo dove la Terra è una leggenda.
Prigioniero di un mondo (Mayenne, 1973)
Dumarest sta viaggiando in prima verso Selegal, altra tappa della sua ricerca, ma la tranquilla monotonia dei transiti in propulsione Erhaft viene interrotta da un grave incidente, che costringe l'astronave a rientrare nello spazio normale.
Alla deriva nell'infinito le speranze di essere salvati sono minime, quando la radio capta qualcosa: il canto che Mayenne la Ghenka aveva cantato poco prima, c'è qualcosa nello spazio vicino a loro.
Quando l'astronave si schianta su un mondo desolato ogni speranza sembra persa, il pianeta è desolato e privo di atmosfera, ma una sorpresa attende Dumarest e i suoi compagni, il pianeta è in realtà una potentissima entità, che si fa chiamare Tormyle e in in breve rende la valle dove è precipitata l'astronave un posto idilliaco.... almeno in apparenza.
La curiosità della creatura si dimostrerà ben presto molto pericolosa, la vera prova per Dumarest sta per cominciare, riusciranno lui e gli altri naufraghi a fuggire da un mondo da incubo?
Jondelle (Jondelle, 1973)
Mentre si trova su Ourelle, un pianeta che rappresenta solo una tappa temporanea della sua ricerca, Dumarest rimane ferito mentre cerca di impedire il rapimento di un bambino.
Salvato grazie a cure tempestive Dumarest è ospite della famiglia di Jondelle, questo il nome del bambino, in una fattoria tranquilla e isolata, il luogo ideale per riprendere le forze.
Ma accade l'impensabile, una banda di feroci predoni assalta la fattoria e dopo aver fatto un massacro se ne va portando Jondelle a Melegvan, la loro spaventosa città.
Dumarest sa che è facile entrare nella tana dei rapitori, mentre è difficilissimo uscirne, ma sa anche che tenterà di salvare Jondelle.
Dumarest va alla guerra (Zenya, 1974)
Dumarest si trova costretto da Chan Parect, un capoclan potente quanto paranoico, a recarsi sul pianeta Chard per ritrovare il figlio del vecchio, Salek, e riportarlo a casa.
Per superare i controlli di frontiera Dumarest si finge un Lord della Guerra del pianeta mercenario Samalle che viaggia con la moglie, in realtà una nipote di Chan, la bella ma instabile Zenya; questo lo coinvolge nella guerra in corso tra i coloni e i nativi, umanoidi intelligenti ma a un livello tecnologico minimo.
Il conflitto ricorda quello tra i pellerossa e gli invasori europei, ma con i nativi in possesso di armi misteriose e letali, nominato Maresciallo di campo dello scalcinato esercito Chardiano, Dumarest dovrà affrontare un nemico sconosciuto e sfuggente, e trovare il modo di uscire dalla trappola tesa da Parect.
La città prigione (Eloise, 1975)
Questa volta la prigione è rappresentata da una città isolata tra i ghiacci, apparentemente un'utopia dove la vita scorre facile e appagante, ma ogni giardino dell'Eden nasconde un serpente.
I cittadini di Impietre non sono padroni del loro destino, la loro sorte è decisa da una macchina spietata chiamata Macisvera, che non tollera dissenso e opinioni contrarie all'ordinato svolgimento della vita cittadina.
La vita degli abitanti scorre tra lussi e disperazione, fino a quando Dumarest e il suo compagno Arbush vi arrivano dopo un atterraggio di fortuna.
Naturalmente Dumarest non aspetterà pazientemente di andare al macello, nessuna prigione può trattenere a lungo la sua volontà indomabile.
L'insidioso pericolo delle serie molto lunghe è quello di veder calare la qualità delle storie, per quanto lo scenario possa essere vasto e interessante il rischio della ripetitività e della noia è sempre in agguato.
Arrivati al terzo appuntamento, e al dodicesimo romanzo, con le avventure di Dumarest non si vede traccia di stanchezza, al contrario le storie diventano sempre più ricche e intressanti, e l'universo dove l'eroe si muove diventa più profondo e intrigante.
Mentre la fama di Dumarest si va spargendo nella galassia altre tessere del mosaico si aggiungono al disegno generale: le maglie della rete tessuta dai Cyclan si vanno stringendo, ma nel quarto romanzo di questo volume scopriamo che qualche piccola crepa sta comparendo sull'impenetrabile superficie di questa disumana organizzazione.
Anche la figura di Dumarest acquista spessore, Tubb ci fa vedere altre sfaccettature della sua personalità, complessa e non sempre piacevole, ma affascinante.
Arrivato quasi a metà della serie l'impressione di essere di fronte a una space opera portata allo stato dell'arte è confermata, gli appassionati del genere che ancora non hanno letto niente di questo ciclo dovrebbero provarlo, non resteranno delusi.
Come di consueto ricordo che i volumi della Elara non sono in vendita nelle librerie ma devono essere richiesti direttamente all’editore: www.elaralibri.it
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