Agli appassionati di fantascienza, leggendo il titolo di questo articolo, probabilmente saranno apparse visioni di astronavi guidate dalla mente in perfetta simbiosi con il pilota e schiere di robot al comando del cervello di un solo uomo.
Nel 2006, la rivista Nature, aveva già parlato della possibilità di spostare oggetti con la forza del pensiero; un’applicazione interessante per le persone con grave disabilità.
Computerworld, riportando le affermazioni dei ricercatori di Intel Corp, scrive che, per l'anno 2020, non avremo più bisogno di una tastiera e un mouse per controllare il computer. Gli utenti potranno aprire i documenti e navigare sul web usando niente di più che le loro onde cerebrali.
Gli scienziati del laboratorio di ricerca Intel di Pittsburgh stanno lavorando per trovare il modo di leggere le onde del cervello umano in modo che possano essere utilizzate per interfacciarsi con computer, televisori e telefoni cellulari attraverso sensori impiantati nel cervello stesso.
"Penso che le capacità di adattamento degli esseri umani siano notevoli," ha detto Andrew Chien, vice presidente della ricerca e direttore delle future tecnologie presso i laboratori Intel. "Se avessimo detto alla gente, vent'anni fa, che avrebbe dovuto portare con se dei computer tutto il giorno, ci avrebbero riposto: ‘Non voglio farlo. Non ho bisogno di questo.’ Ora non è più possibile farle smettere. Ci sono un sacco di cose che devono essere fatte prima, ma credo che, l'impianto di chip nel cervello umano è ben all'interno del campo delle possibilità scientifiche".
"Stiamo cercando di dimostrare che si possono fare cose interessanti con le onde cerebrali," ha detto Dean Pomerleau, ricercatore Intel. "Immaginate di essere in grado di navigare sul web con la potenza dei vostri pensieri." Per arrivare a questo punto Pomerleau e la sua squadra di ricerca della Intel, la Carnegie Mellon University e la University of Pittsburgh, stanno attualmente lavorando sulla decodificazione dell'attività del cervello umano. Pomerleau ha detto che il team ha utilizzato la Functional Magnetic Resonance Imaging (FMRI), una macchina che serve a stabilire i cambiamenti del flusso sanguigno in aree specifiche del cervello sulla base di quale parola o immagine si sta pensando. Le persone tendono a mostrare gli stessi schemi del cervello con pensieri simili, ha aggiunto.
Quasi due anni fa, gli scienziati negli Stati Uniti e in Giappone annunciarono che il cervello di una scimmia era stato utilizzato per il controllo di un robot umanoide. Miguel Nicolelis, professore di neurobiologia presso la Duke University e ricercatore responsabile del progetto, disse che i ricercatori speravano che il loro lavoro avrebbe aiutato le persone paralizzate a camminare di nuovo. E un mese prima, uno scienziato della University of Arizona riferì che aveva costruito con successo un robot guidato dal cervello umano. Charles Higgins, professore associato presso l'università, ha previsto che tra dieci, quindici anni le persone utilizzeranno un computer "ibrido", che sarà una combinazione di tecnologia e tessuto organico vivente. Oggi, Pomerleau di Intel ha detto che diverse strutture di ricerca stanno sviluppando tecnologie per i sensori di attività da inserire all'interno del cranio.
Come sempre però bisogna considerare anche il rovescio della medaglia, ovvero capire se esistono possibili pericoli per la salute. In molti ospedali Usa, ai malati di Alzheimer è stato impiantato un microchip, perché "non si perdano quando vagano senza una meta". Nella tv Usa si vedono scene di bambini che hanno trovato il proprio cagnolino smarrito, grazie all'impianto RFID ma non si parla mai dei casi in cui gli animali sono morti a causa di questi impianti, oppure sono rimasti paralizzati.
Secondo alcuni esperti l'impianto sottocutaneo di un RFID, tramite la semplice iniezione, agli animali e come sta già succedendo in alcune nazioni, anche nell'uomo, provoca il cancro, ma non ci sono ancora dati certi. In Europa alcuni ricercatori hanno confermato che la radiazione elettromagnetica (nota come energia EMF) emessa dai lettori RFID (e anche dai cellulari), causa danni al DNA umano.
Lo studio Reflex, finanziato dall'Unione Europea, e che è durato ben quattro anni, ha scoperto che "le cellule esposte alle EMF hanno mostrato un significativo aumento delle rotture del DNA sia al singolo che al duplice filamento". "Il danneggiamento resterebbe in eredità alla generazione successiva di cellule".
Comunque, a parte tutto, un innesto di un chip di memoria farebbe proprio comodo, o no?
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