La fantascienza, che alle sue origini e per molti decenni ha saputo esprimere al meglio l'immaginario della società industriale, sognando un’espansione illimitata delle forze produttive, uno sviluppo potenzialmente infinito della scienza e della tecnica, ha anche saputo registrare la crisi di quel modello titanico e prometeico, cantandone il tramonto e l’avvento di nuove preoccupazioni e di nuovi scenari dell’immaginario: le tematiche dell’equilibrio ecologico del pianeta scosso e minacciato, la contaminazione delle tecnologie con i corpi. E si è innestata perciò, a un certo punto, anche con le pratiche più radicali dei movimenti di opposizione, fornendo spunti e complicità alle operazioni di fake, di détournement, di nomi collettivi.
Muovendosi fra letteratura e analisi politica, fra espressione artistica e partecipazione alla scena controculturale, Antonio Caronia ha seguito per oltre trent'anni il filo rosso dei cambiamenti in atto. In questo libro, Universi quasi paralleli: dalla fantascienza alla guerriglia mediatica, raccoglie per la prima volta una selezione degli scritti (inediti in volume) che meglio hanno saputo interpretare il nesso fra scrittura e lotte sociali, fra avanguardia artistica e innovazione tecnologica: dai maestri della fantascienza come P.K. Dick, Samuel Delany, Ursula Le Guin, alle beffe mediatiche di Luther Blissett, da un raffinato uso del falso all'analisi del cyberpunk e del concetto di virtualità. È significativo che alcune fra le più paradossali di queste operazioni si siano mosse nell'ambito del design, una pratica che da sempre combina attenzione per la tecnologia, sensibilità al mutamento sociale e invenzione linguistica.
Antonio Caronia, Universi quasi paralleli. Dalla fantascienza alla guerriglia mediatica, Cut-Up edizioni, Roma 2009, pp. 208, euro 13.
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