Visto che è sabato, concediamoci una piccola divagazione, e ci perdonino coloro che mal sopportano accenni di politica in queste pagine.
È divertente però riportare una frase dell'intervista realizzata da Mattia Pasquini per 35mm al regista tedesco Roland Emmerich. Emmerich è un autore di pellicole che non si distinguono certamente, diciamolo pure, per il loro approfondimento, anche se un messaggio politico in qualche modo non di rado lo veicolano: basta pensare al discorso del presidente-pilota in Independence Day, o al film The Day After Tomorrow di matrice ambientalista, o a Il patriota, che era tutto un programma.
Non che questo eventuale messaggio sia in effetti lo scopo di Emmerich. "Ogni film è politico, il solo fatto di fare delle scelte lo è, anche se si parla di entertainment. Personalmente non scelgo questi film per inviare messaggi, ma poi nelle scene qualcosa sfugge..."
Nel sui nuovo film nelle sale in questo periodo, 2012, come ben noto la Terra viene squassata da disastrosi terremoti; anche nei trailer abbiamo visto la cattedrale di San Pietro crollare (con la cupola che molto poco realisticamente "rotola via"). In una scena, compare anche il primo ministro italiano, che attende la fine con serenità raccolto in preghiera; ma non è Berlusconi. "In realtà credo che Berlusconi sarebbe il primo a prendere un jet privato o una astronave per salvarsi senza aspettare gli altri del G8 o i suoi stessi compagni di governo, anzi, probabilmente ha già prenotato un posto" dice Emmerich nell'intervista.
In sostanza, dice Emmerich, la domanda posta dal film è quanto sia morale che i pochi che sanno non informino la popolazione, e in ultima analisi abbiano una possibilità di mettersi in salvo. Chi volesse fare dei paralleli con la crisi economica o con i problemi della giustizia italiana può sbizzarrirsi nei commenti...
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