Altroché astronavi nucleari o a buchi neri. E nemmeno gli hotel spaziali possono fare un baffo all'ultimo grido in fatto di corsa allo spazio. Nessuno ci ha pensato nessuno prima, ma per salire fra le stelle il modo più semplice quale potrebbe mai essere? Prendere l'ascensore, ovviamente. Sulle tracce di un'idea già comparsa nelle opere di Arthur Clarke (Le fontane del Paradiso), la NASA ha messo in palio poco più di un milione di dollari per chi fosse riuscito a realizzare un'ascensore spaziale che salisse “ai piani superiori” alla velocità di cinque metri al secondo, almeno per un chilometro. Diciamolo subito: non ce l'ha fatta nessuno.

Eppure il momento è vicino. Grazie alla recente invenzione, da parte di un team dell'università di Cambridge, di una nuova lega di carbonio flessibile e molto resistente, si potrà un giorno realizzare un vero e proprio cavo che schizzerà su in cielo e andrà ad agganciarsi a un satellite. Ipotizzando che ciò avvenga all'equatore, ci vorrebbero – a spanne – più di trentacinquemila chilometri di cavo. Al momento il team di Cambridge costruisce un grammo di sostanza al giorno, per cui il momento è di là da venire. “Ci hanno chiamato dalla NASA – dichiara Alan Windle, professore a Cambridge e leader del progetto – per ordinare oltre duecentotrentamila chilometri di cavo. Abbiamo dovuto spiegargli che esiste una piccola differenza fra la produzione in laboratorio e quella industriale.”

Questo per dire quanto si stia mordendo il freno al di là dell'oceano. Perché? I conti sono presto fatti: ci vogliono oltre trecentomilioni di euro per far decollare uno shuttle. E con i buchi nel bilancio, difficile ipotizzare che la NASA possa veramente apportare seri efficientamenti alla sua flotta, sempre più attempata, prima del 2014. Per cui sistemi alternativi e potenzialmente molto più economici rappresenterebbero un'insperata boccata d'aria per l'agenzia spaziale. Sulla base delle prime stime, sollevare una tonnellata in ascensore costerebbe circa trecento euro contro gli attuali quindicimila con il carburante. Ecco allora l'idea del concorso per l'ascensore spaziale: gli Space Elevator Games.

Come detto, nessuno ce l'ha fatta, però qualcuno ci è arrivato vicino. La compagnia LaserMotive si è infatti aggiudicata il premio di consolazione, portandosi a casa novecentomila dollari, riservati a chi fosse riuscito a salire a una velocità di due metri al secondo per un chilometro. La compagnia di Seattle è specializzata nello sviluppo di tecnologia laser per la trasmissione di energia elettrica senza fili, la quale funziona, anche perché ai giochi ha fatto centro al primo colpo. Le prove successive sono andate anche meglio con velocità fino a 3,9 metri al secondo, prestazioni comunque lontane dai cinque metri al secondo.

Da LaserMotive fanno sapere di essere al lavoro per migliorarsi ulteriormente. Rimane poi da capire come la tecnologia potrà essere applicata su distanze esponenzialmente superiori.

Intanto, ecco un video sulla tecnologia LaserMotive, simpaticamente associata a uno dei più noti eroi della fantascienza, ovvero Flash Gordon.