È sugli scaffali il romanzo Terre occidentali (The Western Lands, 1987), un'opera del grande scrittore William S. Burroughs che conclude la trilogia iniziata con Le città della notte rossa e proseguita poi con Strade morte (Elliot – 2008).

 

Tema centrale dell’opera è l'immortalità. Prendendo spunto dal Libro dei Morti egiziano, il romanzo esplora lo stato dopo la morte attraverso il sogno, passaggi allucinatori, occultismo, superstizione e teologia cristiana, secondo il particolare sguardo sulla realtà tipico di Burroughs. La prosa procede con agilità avanti e indietro nel tempo. Molti dei personaggi e degli episodi descritti sono tratti dalle esperienze di vita dell'autore.

 

Burroughs riconosce di essersi ispirato al romanzo Antiche sere di Norman Mailer pubblicato nel 1983 e ambientato nell'antico Egitto. Non mancano riferimenti alla cultura contemporanea, come dimostra la presenza di Mick Jagger in alcune scene. Sicuramente complesso nella sua struttura narrativa, Terre Occidentali viene da molti considerato una delle migliori opere dell’autore.

L’autore. William Seward Burroughs II (St. Louis, 1914 – Lawrence, 1997), nasce in una famiglia più che benestante (proprietaria della famosa fabbrica di calcolatrici). Si laurea ad Harvard, ma ben presto la sua irrequietezza lo porta a vivere fuori dagli schemi. Prende a girare per il mondo facendo svariati lavori ed entrando in contatto anche con criminali. Ha una grande passione per le armi, si ferisce alla mano nel confezionare cartucce e durante il ricovero fa il suo fatale incontro con la morfina. Dichiaratamente omosessuale, sposa una sua amica, Joan Vollmer (tossicodipendente anche lei), vanno a vivere in Messico, hanno un figlio. Uccide la moglie sparandole in uno stupido gioco alla Gugliemo Tell. Dopo essersi ritrovato a Tangeri con Kerouac e Ginsberg, raduna i suoi appunti e dà vita al romanzo Pasto nudo, pubblicato nel 1958, da cui David Cronenberg trasse nel 1991 l’omonimo film. Negli anni ’60 scrive opere come La macchina Morbida, Il biglietto che esplose e Nova Express. Da Tangeri si sposta in Europa, negli anni settanta rientra negli Stati Uniti. 

La trilogia Cities of the Night si compone dei seguenti titoli: Cities of the Red Night: A Boy's Book (Le città della notte rossa – Arcana); The Place of Dead Roads (Strade morte, pubblicato per la prima volta in Italia nel 1983 da SugarCo) e The Western Lands (Terre occidentali – SugarCo).

 

La quarta di copertina. Pubblicato nel 1987, Terre occidentali chiude la trilogia composta da Le città della notte rossa e Strade morte, assumendo su di sé tutto il valore di testamento spirituale e artistico del grande narratore americano. Ispirandosi all'antichissimo Libro dei Morti egiziano, Burroughs esplora il tema dell'immortalità con continue deviazioni spazio-temporali compiendo un viaggio che è anche meditazione profonda sul significato della solitudine, della vita e della morte.

Il fluire della prosa avanti e indietro nel tempo, l'infinità di personaggi ed episodi, molti dei quali chiaramente ispirati alla vita dell'autore, e la presenza di simboli e miti della contemporaneità hanno fatto sì che Terre occidentali sia stato spesso considerato il miglior romanzo dell'ultimo periodo di William Burroughs.

William S. Burroughs, Terre occidentali (The Western Lands, 1987)

Traduzione Giulio Saponaro, Elliot Edizioni, collana Raggi, pagg. 303, euro 18,50