In un futuro prossimo forse sarà possibile esplorare la galassia con astronavi con propulsione a “buchi neri”. O almeno così affermano due scienziati della Kansas University: Louis Crane e Shawn Westmoreland. Propongono un modo originale per utilizzare i buchi neri come combustibile, che è del tutto entro i limiti della fisica e della tecnologia come li conosciamo, ma avrebbe un impatto fenomenale in termini ingegneristici.
Il punto cruciale della loro idea consiste nell'utilizzare un laser per formare un micro buco nero. Questo sarebbe un Schwarzschild, un buco nero con emissione di radiazione di Hawking; e più sarà piccolo il buco nero, più genererà energia.
Naturalmente creare un buco nero non è l’impresa più facile del mondo. In primo luogo ci vuole una quantità enorme di energia. Crane e Westmoreland propongono un pannello solare di 370 km2, in un'orbita distante un milione di chilometri dalla superficie del sole, che, se in perfetta efficienza, dovrebbe essere in grado di raccogliere abbastanza energia per generare un buco nero.
Come affermano Crane e Westmoreland: “Una civiltà equipaggiata con questa tipologia di propulsione sarebbe incredibilmente ricca di energia. Potrebbe esplorare la galassia a suo piacimento”.
Non vi ricorda la propulsione a curvatura di Star Trek attuata da Zefram Cochrane nell’aprile 2063? Mancano “solo” cinquantatrè anni... Siamo pronti per il primo contatto?
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