Secondo un articolo del Wall Street Journal, ripreso dal sito Comicbookresources.com, attualmente c'è la tendenza da parte di Hollywood a cercare accordi di licenza basati su giochi e giocattoli.

Tra i progetti recenti sono citati ad esempio Stretch Armstrong, bambolotto muscoloso e flessibile degli anni '70 che diventerà star di un film della Universal o il contratto per portare sullo schermo il gioco da tavolo Risk (il nostro Risiko) in una produzione in cui pare sia implicato anche Will Smith, ma forse non in veste di attore. Anzi ci sono agenti ormai specializzati nello stringere accordi tra detentori dei marchi e produttori cinematografici, e che si comportano come se i giocattoli fossero attori in carne e ossa, pronti a combattere accanitamente, come testimoniano la recente corsa al rialzo per l'offerta per i diritti di un film basato sul videogioco Asteroids o il fatto che l'agente che rappresenta Whoopi Goldberg sia anche quello che ha trattato per G.I.Joe.

Del resto il successo e gli incassi di Transformers fanno gola a tutti, soprattutto a società quotate in borsa, dove a volte contano di più i potenziali successi di quelli reali. È stato coniato anche un nuovo termine, toyetic, per sottolineare il concetto che il progetto cinematografico si legherà bene al giocattolo e sarà in grado di generare vendite sia al botteghino che nel merchandise.

Ed è qui che si inserisce JJ Abrams (che qui citiamo solo come regista di Star Trek), che sarebbe in trattative per un film basato sui Micronauts (i Micronauti il nome italiano), franchise recentemente acquistato dalla Hasbro e basato su un'iniziale linea di giocattoli della giapponese Takara (la stessa che sviluppò la linea originale dei Transformers).

Micronauti è il nome dato negli Stati Uniti alla linea dei giocattoli Micromen al momento della loro importazione nel 1976 da parte della Mego Corporation, società che dominò in quel periodo il mercato delle action figures, ma che invece rifiutò, molto avventatamente, la licenza fortunata dei giocattoli di Star Wars. La Mego trattò i Micronauti fino al 1980, cercò di trovare altre licenze di successo nel campo dei giocattoli di fantascienza, senza però riuscire veramente (sua fu la linea legata al primo film di Star Trek), e fallì nel 1982.

I Micronauti erano action figures di personaggi di fantascienza chiaramente ispirati ai robot dei primi anime (tanto che alcuni design erano gli stessi di superobot quali Jeeg) e in seguito anche allo stesso Guerre Stellari, a cui erano associati vari mezzi spaziali. La Mego non si limitò alla serie originale, ma produsse in seguito nuovi personaggi. In Italia i Micronauti furono trattati dalla Gig, che fece realizzare alcune serie appositamente per il nostro mercato. Tra i più noti spiccano i personaggi con incastri magnetici che permettevano parti intercambiabili. Nel 2002 la Palisades Toys ha riproposto i Micronauti sul mercato ricomprandone la licenza. I diritti sono poi finiti alla Hasbro.

Un passo importante fu però quello della licenza alla Marvel Comics, che produsse due serie a fumetti tra il 1979 e il 1986 (circa ottanta numeri in totale). Lo sceneggiatore principale, Bill Mantlo, prese proprio spunto da un giocattolo regalato al figlio per proporre il progetto alla casa editrice, che ottennne la licenza. Ispirandosi sempre a Star Wars, Mantlo confezionò un'ambientazione tipica della fantascienza: un universo submicroscopico (Microverse) dove mondi e ambienti sono uniti come molecole da forze misteriose, e dove il gruppo dei Micronauti combatte contro il dittatore in armatura nera Baron Karza e dove quasi tutte le action figures prodotte nei primi anni trovano un background personalizzato.

Da notare come le strade dei Micronauti incrocino quelle di supereroi Marvel come i Fantastici Quattro o gli X-Men (cosa non inusuale ai tempi, basti pensare che nel fumetto dei Transformers della Marvel comparve pure Spider-Man) e come alcuni Micronauti creati apposta per la serie siano in realtà personaggi di proprietà Marvel (tanto per complicare in futuro i possibili diritti). In seguito i Micronauti sono apparsi in due brevi serie della Image e della Devil's Due.

Chiaramente è troppo presto per sapere come Abrams abbia in mente di affrontare il progetto o di quali Micronauti potrà disporre (o se anche solo concluderà l'accordo), ma sono da segnalare le sue parole riguardo a questa tendenza di Hollywood nei riguardi dei giocattoli: "È come prendere un attore sconosciuto e metterlo in un ruolo da protagonista, tutti quelli che contano sono pronti a mettere in dubbio le sue qualità... ma all'improvviso la sua faccia inizia a comparire sulle prime pagine e nessuno le discute più. E in retrospettiva sono tutti pronti a dire che senza dubbio si tratta di una star".