Jones ha affermato di aver usato questa tecnica mista non solo per contenere le spese di budget, ma anche per dare un look diverso e un po’ retrò alle ambientazioni. Pertanto, il plastico e i modellini in scala sono stati illuminati e ripresi con la macchina da presa direttamente secondo dei procedimenti che ricordano le procedure dello staff di George Lucas al lavoro sui primi episodi di Star Wars. D’altra parte, con certi trucchi del mestiere Jones ha avuto a che fare durante le sue esperienze pubblicitarie per campagne promozionali di gran richiamo (Heinz, Campbell) dove fu abbondante l’uso di effetti speciali. Sempre in studio (negli hangar della Shepperton Studios, dove fu girato anche il primo Alien) sono state costruite le location degli interni della base lunare, in modo da risparmiare notevolmente sulle spese: in pratica le riprese sono avvenute in un solo posto nell’arco di 31 giorni di girato.
Il film, prodotto dalla compagnia indipendente inglese Liberty Films, è costato 5 milioni di dollari ed uscirà in Italia il prossimo 4 dicembre. Si vocifera che sia il film dell’anno, almeno nel genere fantascienza; sembra, in effetti, che ci siano tutti gli ingredienti per essere una pellicola più che pregevole. Dopo il debutto di Neill Blomkamp con il suo innovativo e originale District 9, il 2009 ci consegna con Duncan Jones un altro talentuoso esordiente che speriamo mantenga le promesse enunciate in questo film.
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