Non è un riferimento al film di Enki Bilal del 2004, Immortal ad Vitam, ma al mondo di Internet, dove le nostre memorie potranno sopravviverci. Che cosa succede alla pagina personale di un utente Facebook passato a miglior vita? Max Kelly (membro del team di sviluppatori del popolare social network) racconta sul blog ufficiale del sito quale destino tocca ai profili degli utenti deceduti.
“In pratica,” spiega Kelly, “nel caso in cui gli amministratori del sito ricevano comunicazione del decesso di un membro della community da parte dei suoi amici e/o parenti, il profilo passa alla modalità «in memoria di»”. Di fatto le pagine di amministrazione del profilo segnalato saranno inaccessibili, pur consentendo ai vecchi amici (quelli approvati in vita) di continuare a postare messaggi nella bacheca del caro estinto, per continuare a ricordarlo e a parlare con lui.
Chi decide di fare una segnalazione deve fornire informazioni come la data di nascita e l’indirizzo e-mail del deceduto, oltre a una prova dell'avvenuta morte. La comunicazione del decesso si effettua tramite l’apposita procedura Deceased. Tutte le informazioni sensibili vengono quindi rimosse e il profilo in questione viene congelato: non comparirà più tra i risultati delle ricerche e nemmeno tra i suggerimenti che Facebook è solito inviare agli utenti.
"Con il passare del tempo, il dolore per la perdita di qualcuno cui hai voluto bene si affievolisce ma non scompare mai" scrive Max Kelly, presentando questo servizio che egli stesso ha ideato dopo la scomparsa di un suo caro amico.
Il problema, come sempre in Internet, è quello dei contenuti. Cosa vedranno i nostri posteri? Che immagine tramanderemo? Siamo sicuri che conviene che le nostre chat ci sopravvivano? Insomma, fate ancora più attenzione a cosa mettete in rete, perché sarà per sempre.
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