Cosa accadrebbe a una persona se potesse vedere il proprio futuro? Naturalmente dipende da ciò che vedrebbe: un futuro bello porterebbe ottimismo e speranza, un futuro negativo potrebbe procurare ansia e disperazione, un futuro neutro - ovvero uguale al presente - forse lascerebbe un senso di vuoto e inutilità. Davanti a queste possibilità quella persona reagirebbe in sintonia con il proprio carattere, rassegnandosi oppure cercando di capire le cause di quel particolare futuro e provando a incidere sulle stesse. Forse il suo rapporto con i familiari, gli amici, i colleghi, cambierebbe. O forse no.
Ma cosa accadrebbe se l’intera umanità potesse vedere il proprio futuro? Se ogni singola persona, uomo, donna, bambino, anziano, avesse accesso al proprio futuro e ci vivesse anche solo per un breve periodo, mantenendone la memoria. Cosa penserebbe e soprattutto come si relazionerebbe con coloro che hanno vissuto la stessa esperienza, quali intrecci si spezzerebbero e quali invece si costruirebbero, e dove verrebbero spinti i singoli e il genere umano? Ce n’è abbastanza per mandare in crisi la psicostoriografia inventata da Isaac Asimov per il suo ciclo della Fondazione.
È proprio questa l’idea alla base di FlashForward, nuovissimo serial tv prodotto dalla ABC e ispirato all’omonimo romanzo dello scrittore canadese Robert J. Sawyer. la prima stagione del serial è iniziata lo scorso 24 settembre negli USA e, per volontà dello stesso network, verrà trasmesso quasi in contemporanea in parecchi altri paesi, in modo da sfruttare al massimo l’effetto pubblicitario e di marketing. Nel nostro paese il serial debutta il 5 ottobre, sul canale satellitare Fox Italia.
Robert j. Sawyer viene inquadrato nella categoria degli scrittori di fantascienza hard, cioè attenti alla verosimiglianza dell’estrapolazione scientifica e tecnologica. Ciononostante i suoi romanzi si sono contraddistinti per un’attenzione speciale verso la psicologia dei personaggi; non fa eccezione FlashForward, uscito nel 1999 e pubblicato in Italia da Fanucci con il titolo Avanti nel tempo. L’idea è di quelle che attirano subito l’attenzione: in seguito a un esperimento presso il CERN di Ginevra, teso a ricreare le condizioni del Big Bang, tutti gli esseri umani del pianeta perdono coscienza per un minuto e quarantatre secondi, durante il quale si ritrovano trasportati 21 anni avanti nel tempo, nell’anno 2030, dove possono vedere il proprio futuro.
In un’intervista realizzata da Silvio Sosio e pubblicata sul numero 111 della rivista Delos Science Fiction, Sawyer spiega di aver avuto l’idea dopo una rimpatriata con compagni di scuola del liceo; la cosa che lo colpì non fu tanto che ognuno di loro era diventato qualcosa di diverso da ciò che aveva progettato, ma che ognuno era convinto che, conoscendo il proprio futuro, avrebbe dato un’impronta diversa alla propria vita.
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