
Prendiamo ad esempio Il “Kraken”, un racconto appartenete alla fase iniziale della carriera di Aldani, quando i suoi racconti erano fortemente influenzati dalla narrativa americana che veniva regolarmente stampata in Italia su varie riviste e collane da almeno un decennio. Pubblicato sul numero 85 della rivista Oltre il Cielo (Edizioni “esse”, 1961 Roma), diretta da Cesare Falessi, il racconto narra le vicende di un capitano d’astronave che continua ad avere continui incubi notturni in cui viene attaccato da un enorme mostro, un Kraken. Confidatosi con il medico di bordo, quest’ultimo racconta le paure del capito a tutto l’equipaggio che conosce così la grande paura dell’uomo che li comanda. Arrivati su un pianeta sconosciuto, il capitano è costretto dalle circostanze a sbarcare e ad assumersi il compito di esplorare il pianeta. Le sue più ataviche paure vengono a galla, quando a bordo di una scialuppa è costretto ad affrontare proprio il mostro che sognava. Durante lo scontro con il mostro, il capitano intuisce una suprema verità: la paura non deve impedire all’uomo di compiere le proprie azioni. Il capitano mentre combatte, pur sapendo di star per morire, con il Kraken e allo stesso tempo sente la paura scivolargli via.
La cura nella costruzione psicologia dei personaggi - principali e secondari che siano - rende plausibile e robuste le storie di Aldani. In Quando le radici, ad esempio, si veda, a tal proposito, l’episodio in cui i responsabili della fabbrica in cui lavora Arno tentano in tutti i modi di farlo desistere dal lasciare il lavoro. Poetici sono poi i personaggi di Pieve Lunga: dal vecchio Remigio (memoria storica dei luoghi e delle tradizioni) al Maresciallo, dalla Maiacà a Filomena. Discorso a parte meritano le belle descrizioni del mondo zingaro e della sue tradizioni che Aldani rappresenta, attraverso personaggi come Milenko e sua sorella Rama o il vecchio Rodolfo.
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