Lo spettatore non avrà difficoltà a trovare i riferimenti ad altri recenti film. L’ispirazione

Knowing s’inserisce quindi perfettamente nel recente filone hollywoodiano volto alla riscoperta della fede, veicolando così valori della tradizione cristiana vicini alla filosofia politica dei neoconservatori: Le Cronache di Narnia, Signs, Io sono leggenda. Inoltre sfrutta la vena mai esaurita del catastrofismo che mai come ora è tornata in auge complici le nuove ansie millenaristiche.
Gli effetti speciali in questo senso giocano un ruolo da protagonisti grazie a scene straordinariamente realistiche: l’aereo che precipita sull’autostrada, la metropolitana che deraglia disastrosamente e infine il fuoco che divora New York fanno dubitare lo spettatore delle reali intenzioni del regista, se abbia cioè progettato il film solo per meravigliare il pubblico con scene colossali oppure creda veramente nella storia fornitagli da Pearson.
Parlando delle sue ispirazioni, Proyas ha definito Knowing come un film vicino allo stile onirico di Philip Dick e con qualcosa di “Ai confini della realtà”. Difficile capire cosa precisamente lo stile del film debba a questi due pilastri della fantascienza letteraria e televisiva. Piuttosto ci sarebbe da capire quanti elementi davvero originali siano presenti nella trama: oltre ai tantissimi punti in comune con The Mothman Prophecies e Signs, c’è da segnalare per esempio la ben poco originale presenza del difficile rapporto padre-figlio che intercorre sia tra Nicolas Cage e il padre (un pastore protestante che da anni non parla più con il figlio troppo razionale), sia tra il primo e suo figlio troppo legato alla figura materna che il padre non sembra in grado di sostituire. L’abitudine di inserire rapporti familiari complessi nella trama di film di fantascienza o di tipo catastrofico è un’abitudine inflazionata, forse per conferire una dimensione intimista a soggetti in realtà concentrati sulla spettacolarità (si pensi a La guerra dei mondi di Spielberg o Invasion di Hirschbiegel). Il tema del bambino dotato che entra in contatto con intelligenze ‘altre’ diventandone in qualche modo il loro portavoce è così consuetudinario che un elenco di film che utilizzano quest’espediente sarebbe troppo lungo per essere riportato.
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