A parte l’ambiente duro e polveroso di Soweto, Ivey ha costruito diversi set in studio. Uno dei preferiti di Ivey è stato il Laboratorio segreto medico della MNU, che si trova all’interno del quartier generale dell’azienda. Quando una location ospedaliera è venuta meno, i realizzatori hanno deciso di costruire il laboratorio da zero. “Abbiamo preso un’architettura ingombrante e abbiamo fornito la sensazione di un seminterrato”, sostiene Ivey. “Desideravamo che fosse claustrofobico, come se si chiudesse intorno a Wikus. Doveva assolutamente essere un ambiente minaccioso. Abbiamo inserito delle luci fluorescenti per dare una sensazione fredda e sterile, mentre abbiamo dipinto di verde le pareti, che così non si intonavano bene con la carnagione di nessuno”. Il Supervisore degli effetti sul set della WETA Joe Dunckley fa notare che, considerando che i non umani sono arrivati sulla Terra più di vent’anni prima dell’inizio del film, significa che la tecnologia aliena deve essere in circolazione da almeno altrettanto tempo. “Una delle sfide era quella di fornire una sensazione convincente a ogni cosa”, sostiene Dunckley. “Abbiamo utilizzato una combinazione di vapore di lacca e acqua, che provoca una reazione e fornisce una sensazione di ruggine e invecchiamento”.
Gli alieni e gli effetti speciali
Uno degli aspetti più affascinanti di District 9 per Blomkamp era l’opportunità di portare la sua visione della vita extraterrestre sullo schermo. “Nell’ideare gli alieni, Neill non ha preso la strada più semplice”, sostiene Terri Tatchell, la partner di sceneggiatura del regista. “Non sono affascinanti, carini e non ci inteneriscono. Abbiamo optato per un alieno spaventoso, duro e simile a un guerriero, una sfida decisamente maggiore”. “Non sono sicuro come sia nata questa immagine particolare, ma io volevo proprio un alieno simile a un insetto per questo ambiente”, spiega Blomkamp. Lo sviluppo di queste creature è stato un processo organico con degli spunti forniti da Blomkamp così come dagli ideatori alla WETA Workshop. “L’idea base era che loro avessero un esoscheletro da insetto unito a quello di un crostaceo”, sostiene il supervisore agli effetti sul set Joe Dunckley. “Loro posseggono delle giunture rigide ma delicate tra le parti con il guscio duro, simili a quelle dei gamberi o delle aragoste. L’intenzione è di farli apparire assolutamente disgustosi. Loro secernono una sorta di resina, così abbiamo utilizzato alcune sostanze appiccicose per fornire loro una certa lucentezza e un’immagine vitale”. Gli alieni sono realizzati con un misto di effetti visivi e pratici per quanto riguarda i loro corpi, dotati di vite strette e di arti inferiori simili a quelli dei cani, che erano difficili da animare. “Il piccolo C.J. nel film sarà realizzato interamente con gli effetti visivi, ma noi abbiamo costruito un manichino realistico di silicone per i riferimenti degli effetti visivi”, spiega Dunckley. Blomkamp ha deciso di utilizzare un mix di effetti visivi e protesi per creare gli alieni, semplicemente perché le protesi forniscono un buon punto di riferimento quando si gira, mentre tanti elementi (come i movimenti) vengono realizzati meglio con gli effetti visivi. “Queste creature hanno la vita estremamente stretta e sono molto difficili da realizzare concretamente”. La forma più avanzata di armatura nell’arsenale alieno è l’exo-abito, una combinazione di tecnologia e tessuti organici che in effetti è un abito vivente, che si attacca agli alieni e che loro possono controllare dall’interno. “L’abito riconosce Wikus come un alieno e si insinua nel suo cervello”, rivela Blomkamp. “Così, anche se la parte esterna è fatta di metallo, gli invia uno stimolo doloroso quando le pallottole rimbalzano su di esso, per cui il dolore arriva direttamente al cervello”. Per il coordinatore degli stunt Grant Hulley, l’exo-abito rappresentava un cambiamento nell’approccio verso gli stunt. Per la maggior parte del film, Hulley e la sua squadra hanno cercato di limitare la confusione. “Per esempio, se qualcuno veniva colpito da un mitra che spara, non lo facevamo volare attraverso un muro”, sostiene Hulley. “Quando parte l’attacco dell’exo-abito, scoppia l’inferno. Abbiamo costruito una rampa per l’exo-abito, visto che quest’ultimo sarebbe stato creato dalla squadra degli effetti visivi in postproduzione. Abbiamo corso per trecento metri e siamo saliti sulla rampa a circa 80km/h, che ha portato il veicolo a girare di 270 gradi in aria. A essere onesti, non avevo mai fatto girare un veicolo così grande prima d’ora, quindi non ero sicurissimo del risultato”. Hulley è stato felice di notare che lo stunt ha superato le aspettative dei realizzatori.
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