Con queste ultime parole riuscì a strappare un ulteriore sorriso a Sandog che lo congedò frettolosamente.

 

Dopo che Henry si fu allontanato, il capo mutante chiamò Jenè accanto a sé.

- Seguilo! – Gli ordinò. – Quei due accumulatori sono preziosi quanto l’acqua. Al primo momento buono depredalo e, se necessario, ammazzalo.

Jenè assentì con un cenno del capo.

 

Henry si ritrovò presto fuori della corte dei mutanti guidato dal fidato Babylamp. Si accingeva ad andarsene e a malincuore abbandonava anche il ragazzino che volentieri avrebbe portato con sé per sottrarlo a quel covo di banditi.

Si accovacciò.

– Ascolta, io vado via – gli disse. – Probabilmente non tornerò mai più. Ho però un caro amico, un genetista di alto livello. Il migliore nel suo campo. Può fare miracoli, stravolgere la tua esistenza. Gli parlerò e se potrà fare qualcosa, a costo della mia vita, tornerò a riprenderti e ti condurrò da lui. Non ti voglio illudere, ma se potrò, la prossima volta sarò qui per te.

– Sei un sognatore, uomo. Beato chi può ancora credere nei propri sogni. Io ho smesso da tempo. Corri e va via. Non ti fermare. Non ti voltare indietro. Non sei ancora in salvo. Anche se Sandog ti avrà fatto credere di non essere interessato a quanto possiedi, farà di tutto per impossessarsene.

– Questo non è un problema – sorrise – avevo già deciso di lasciare tutto a te. Fanne ciò che vuoi. Rischiara e riscalda le tue freddi notti. Donali a chi vuoi. – Sollevò i suoi accumulatori dal bagagliaio dell’auto e li posò accanto al bambino.

– Davvero stai dicendo? Sono davvero miei?

– Certo! Non posso darti la felicità, ma un piccolo sorriso voglio proprio strappartelo.

– Grazie Henry – gli buttò le braccia al collo. – Non capita spesso di trovare persone come te. 

– Ti devo la vita Babylamp. Io questo non lo dimentico.

Gli fece un cenno del capo. Salì a bordo dell’autovettura e andò via a razzo.

 

Jenè, appollaiato su una delle guglie, con le ampie ali nere reclinate sulle sue spalle come un angelo malefico, si era goduto tutta la scena.

“Bravo amico” pensò “è la seconda volta che ti salvi la vita. Qualcuno lassù deve proprio amarti”. Spiccò il volo, arrivò ad alta quota e raggiunse in circa mezz’ora la torretta posta alle porte della città. Ordinò al mutante estensibile di lasciar uscire Henry. Questo si sorprese: era un caso raro vedere uno straniero varcare al contrario le porte del regno.

 

Le quattro jeep arrivarono a destinazione. Furono accolte da un bimbo dalla carnagione verdognola e la pelle sottile come carta velina.

Dimitri, il capo convoglio, chiese di parlare con Sandog.

Il bimbo si consultò con il mutante che li aveva accompagnati durante il viaggio, poi scomparve alla loro vista.