Ritorna Robert Heinlein su Urania Collezione, con un romanzo che mescola un futuro post-atomico, i viaggi nel tempo e le realtà alternative, tre temi classici della fantascienza, trattati in centinaia di romanzi e racconti, ma raramente tutti insieme.
La fortezza di Farnham inizia negli Stati Uniti degli anni sessanta, un paese sotto l'incubo della guerra nucleare, durante una delle tante crisi diplomatiche con l'Unione Sovietica.
Hubert "Hugh" Farnham è in casa assieme alla moglie Grace e i figli Duke e Karen, con loro l'amica della figlia, Barbara, e il domestico di colore Joseph, una tranquilla serata che si tramuta presto in tragedia, l'inimmaginabile accade, la guerra fredda si scalda improvvisamente, e il tanto temuto attacco atomico arriva davvero.
Chiusi nel rifugio costruito con pazienza da Hugh il gruppo, a cui si è aggiunta la gatta di famiglia, sente le esplosioni e subisce i devastanti effetti di tre esplosioni atomiche, senza poter far altro che aspettare.
Arrivati alla fine delle scorte d'aria non resta altra scelta che uscire dal rifugio, dove una grossa sorpresa attende il gruppo.
I superstiti si trovano circondati da una natura lussureggiante, senza segno di radioattività e distruzioni, ma anche senza nessuna presenza umana; eppure diventa subito evidente che si trovano esattamente dove sorgeva Mountain Springs, la loro città, sono ancora nel Colorado, ma non nel Colorado che conoscevano.
Hugh inizia a organizzare la sopravvivenza riuscendo, grazie a sforzi continui, a rendere il loro soggiorno accettabile e perfino piacevole, nonostante i problemi causati dal figlio e dall'alcolismo della moglie.
Tuttavia la tranquillità non durerà a lungo, la morte allungherà la sua mano, e subito dopo arriva la sconvolgente scoperta che questo mondo ospita una società molto avanzata, perlomeno dal punto di vista tecnologico.
Hugh e gli altri vengono catturati dagli uomini di Ponse, uno degli aristocratici che governano il mondo, il rappresentante di una società dove la classe dominante è costituita da uomini di colore, che hanno preso il potere dopo la guerra atomica.
Sfortunatamente il nuovo ordine sociale, modellato sui principi dei "Black Muslims", prevede per i bianchi solo diversi gradi di schiavitù, e tale è il ruolo che attende Hugh e i suoi cari.
Per la prima volta questo romanzo, in precedenza sempre pesantemente tagliato, viene (finalmente) presentato in edizione integrale, le sezioni che mancavano sono talmente importanti che la struttura stessa dell'opera ne risulta modificata.
Nella versione completa La fortezza di Farnham risulta essere nettamente diviso in due parti, la prima tratta i problemi legati alla sopravvivenza di un gruppo di persone, quasi dei naufraghi, privati di colpo del supporto fornito da una società altamente organizzata.
Qui Heinlein mette a frutto l'esperienza fatta in marina e durante la costruzione del proprio rifugio antinucleare, riuscendo a rendere perfettamente molte delle difficoltà e dei problemi affrontati da Hugh per sopravvivere in una natura selvaggia.
La storia prende di colpo una piega del tutto diversa quando il gruppo viene catturato e portato nella residenza di Ponse: a parte Joseph, che viene cooptato dai nuovi padroni, gli altri si trovano nella scomoda posizione di schiavi, e il problema non è più sopravvivere, ma trovare un modo per riuscire a liberarsi dal pesante giogo di Ponse.
Le interazioni iniziali tra i personaggi, e in particolar modo il conflitto tra Hugh e il figlio, prefigurano quelle dei protagonisti de Il numero della bestia (The number of the beast, 1980) e il Lazarus Long nella veste di pioniere, molto più legata al classico tema heinleiniano della ribellione contro un potere oppressivo la seconda parte, ma stavolta la lotta è apparentemente senza speranza, data l'assoluta disparità delle forze.
La fortezza di Farnham non manca certo di spunti interessanti, il rovesciamento dei ruoli tra bianchi e neri, certi discorsi sull'incesto e su come la democrazia sia dannosa in certe situazioni sembrano fatti apposta per scatenare roventi polemiche, alle quali del resto Heinlein ci ha abituato.
Il romanzo in sè presenta luci e ombre, la prima parte è abbastanza lenta e pesante, mentre nella seconda il ritmo accelera ma ci sono alcune contraddizioni nel comportamento di Ponse.
Lo stile di Heinlein è, come al solito, ingannevolmente semplice, i suoi personaggi sono sfaccettati e complessi, Hugh è ben lontano dall'essere un superuomo, anzi la sua vita è stata un mezzo fallimento, Barbara è reduce da un divorzio e si aggrappa a Hugh per trovare un punto stabile, Duke ha un rapporto tormentato con il padre, mentre sua madre Grace è un'alcolizzata.
Karen e Joseph hanno anche loro qualche difetto, ma sono quelli che mi sono piaciuti di più, non a caso stanno per sposarsi (probabilmente con un rito celebrato da Hugh, vista la mancanza di preti nei dintorni), ma il destino ha deciso altrimenti.
Personalmente preferisco La via della gloria (Glory road, 1963) ma anche altri romanzi di Heinlein, a La fortezza di Farnham, tuttavia si tratta comunque di un buon romanzo, che piacerà molto agli estimatori del grande scrittore americano, ma potrebbe interessare anche chi non lo dovesse conoscere.
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